Il magistrato ha contestato al consigliere del M5S (all’epoca dei fatti assessore di maggioranza oggi all’opposizione), di aver sporto denuncia con ritardo e mosso solo per vendetta politica. Indagati anche tutti gli altri membri della giunta
MONTALTO DI CASTRO – Si infittisce il mistero attorno alle denunce presentate dall’ex assessore del M5S, Francesco Corniglia, ora all’opposizione. L’ultima, apparentemente mossa da intenti vendicativi, ha portato alla sua inclusione tra gli indagati.
La Procura di Civitavecchia, attraverso il magistrato Mirko Piloni, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a Corniglia e a tutta la giunta comunale di Montalto di Castro, compreso il segretario comunale Marcello Santopadre.
Le accuse rivolte ai membri della giunta riguardano reati di falso materiale in atto pubblico, falso ideologico e omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale. La situazione è emersa in seguito alla delibera numero 137 del 26 giugno 2022, con la quale la giunta aveva prorogato il servizio idrico pubblico alla società partecipata Montalto Ambiente Spa, in attesa del passaggio definitivo alla società Talete Spa.
La denuncia di Corniglia ruota attorno alla presenza di Simona Atti, registrata nel verbale della riunione di giunta, ma che secondo il querelante sarebbe stata fisicamente assente.
Questo avrebbe configurato un caso di “falso materiale in atto pubblico”. La situazione è ulteriormente complicata da dichiarazioni discordanti dello stesso Corniglia sulla sua presenza alla riunione in questione.
La sindaca Emanuela Socciarelli ha risposto alle accuse con determinazione, dichiarando: “Abbiamo preso atto della contestazione ma so di aver agito nella più totale buona fede e per il bene dei cittadini. La delibera in questione era un atto dovuto per garantire la continuità del servizio idrico. Gli avvocati incaricati sono già al lavoro”.
Ha poi aggiunto: “Dal punto di vista umano e amministrativo naturalmente sono amareggiata che tutto questo polverone sia stato sollevato da un ex assessore della mia maggioranza. Sono fiduciosa che riusciremo a chiarire il tutto e che la magistratura farà come sempre un ottimo lavoro”.
Francesco Corniglia, noto come il “talebano della carta bollata”, sembra essersi trovato vittima della sua stessa strategia.
La sua denuncia, che appare mossa da motivazioni personali piuttosto che da un reale intento di giustizia, ha finito per coinvolgerlo direttamente. Resta da vedere se Corniglia, coerente con le sue posizioni rigide, chiederà le dimissioni anche di se stesso.