AREZZO – Una vacanza finita alle porte di Arezzo per una famiglia ucraina e trenta turisti cinesi imprigionati in un bus che finisce contro il guardrail che taglia a metà il pullman.
Schianto all’alba lungo il tratto dell’Autosole tra Valdichiana e Chiusi in una domenica che ha spezzato a metà una famiglia ucraina, dove il marito ha visto morire la moglie. Trenta i turisti cinesi imprigionati nel bus che è finito contro la barriera di metallo per un morto e 25 feriti, di cui uno in gravi condizioni trasferito con il Pegaso all’ospedale Le Scotte di Siena, è il “bollettino di guerra” dell’ennesima tragedia sul tratto aretino dell’autostrada, tra Badia al Pino e il casello di Battifolle.
Corsia chiusa per un paio di ore per consentire le operazioni di soccorso che hanno impegnato la task force delle grandi emergenze attivata dal 118 e un “esercito” di ambulanze (ben quattordici) e squadre dei vigili del fuoco con l’ausilio di due elicotteri decollati da Arezzo e da Bologna.
Gli agenti della polizia stradale, dall’alba impegnati sul tratto aretino lavorano per capire come e perché l’autista, un uomo di origine polacca, abbia perso il controllo del pullman che ha virato sul lato destro della carreggiata piegandosi nell’impatto con il guardrail. In un attimo, il terrore: urla strazianti e persone che tentano di uscire dall’autobus.
Nel dettaglio: undici persone sono state trasportate all’ospedale valdarnese della Gruccia, 10 al San Donato e tre al policlinico senese. Uno di questi è in gravi condizioni. Ed è nell’hub dell’emergenza aretino che medici e infermieri hanno lavorato senza sosta per verificare le condizioni dei feriti, fortunatamente non gravi.