Secondo l’accusa avrebbe cercato di depistare le indagini querelando (sapendoli innocenti) Vannicola, Tucciarone e Antonacci
TOLFA – Dopo la condanna per tentata estorsione arrivano nuovi guai per l’imprenditore Augusto Battilocchio. Tutto ha avuto inizio nel 2022 quando il Tribunale di Civitavecchia lo ha condannato a due anni di reclusione per tentata estorsione in danno dell’artigiano Davide Vannicola.
La vicenda risale al 2016 con protagonisti proprio Augusto Battilocchio e Davide Vannicola.
L’imprenditore aveva denunciato Vannicola per alcune frasi scritte su Facebook ma che non riportavano mai il suo nome e, incontrandolo per strada, gli chiese una cospicua somma di denaro per ritirare l’azione giudiziaria intrapresa.
L’artigiano a sua volta denunciò l’imprenditore. Il giudice del tribunale di Civitavecchia Simone De Santis ha dato ragione, nel primo grado di giudizio all’artigiano della “Vera Tolfa” condannando l’imprenditore a due anni di carcere.
Adesso però, per Battilocchio, la vicenda diventa ancora più seria perché il pubblico ministero Alessandro Gentile ha chiesto il suo rinvio a giudizio in quanto: “essendo stato condannato in primo grado con sentenza 95/22 del 25.1.22 per il reato di tentata estorsione commesso in danno di Vannicola, presentando denuncia datata 8.6.22 presso la Procura della Repubblica, cui allegava una dichiarazione sottoscritta in pari data da M.C. , già testimone a discarico, contenente circostanze mai riferite in precedenza, né alla polizia giudiziaria durante le indagini, né durante l’esame testimoniale del processo di primo grado sapendoli innocenti accusava la persona offesa Vannicola Davide ed i testimoni dell’accusa Antonacci Assuntina e Tucciarone Filippo dei reati di calunnia e falsa testimonianza”.
Una bella grana con il rischio di un maxi risarcimento del danno per i tre.