E’ almeno dai tempi dell’amministrazione Michelini (csx) che i viterbesi sperimentavano già la vita subacquea
VITERBO – Era il 2014, esattamente 10 anni fa, quando l’ennesima bomba d’acqua colpiva la Città dei Papi procurando danni e allagamenti in gran parte del centro abitato. In particolare, i danni più gravi venivano registrati sulla Tangenziale Ovest, zona Eurospin-Todis e davanti all’IperCoop.
E’ uno scenario che si ripete da anni, con gravi allagamenti e un evidente problema legato all’avvallamento che caratterizza il tratto di tangenziale che separa l’entrata del parcheggio Eurospin da quello del Todis.
Auto e autobus in panne in una vera e propria vasca naturale che, puntualmente, torna a crearsi anno dopo anno nei momenti caratterizzati dalle cosiddette “bombe d’acqua”, con millimetri e millimetri di pioggia che cadono in un brevissimo frangente.
Il tutto si ripete più volte, molti viterbesi ricorderanno anche l’alluvione del 2016. Stessa dinamica, stesso periodo (generalmente tra luglio e settembre) e stesse particolari problematiche che riemergono nel medesimo tratto di strada.
Ieri, ancora una volta, il disastro si è ripetuto paralizzando il traffico sulla Tangenziale Ovest, con fotografie che testimoniano come il problema – a dir poco “annoso” – non è mai stato risolto da nessuna amministrazione da 10 anni (almeno) a questa parte.
In questi due particolari casi, luglio 2014 e settembre 2016, correva l’amministrazione a guida centrosinistra con sindaco Leonardo Michelini. Dopo di lui la breve parentesi del centrodestra con Giovanni Arena sindaco e, dopo la prematura “caduta”, il brevissimo semestre del Commissario prefettizio Antonella Scolamiero.
10 anni – come minimo, è bene ribadirlo – senza che nessuno sia realmente riuscito a intervenire per prevenire il problema, sempre più rischioso e che coinvolge sempre più zone della città. Tra gli “imputati” ci sono tombini otturati, strade con avvallamenti mai risolti (nel caso della Tangenziale) e – come annunciato oggi dall’assessore Stefano Floris, collettori dell’acqua insufficienti per un consentire un corretto svuotamento in casi di emergenza.
Tra 10 anni, magari, torneremo a parlare del problema, aggiungendo qualche altro “imputato” mentre continueremo a essere bloccati in mezzo a una piscina naturale sempre più grande e pericolosa.