VITERBO – “Maurizio al passo, forza Andrea. Via le spallette, sotto i cavalletti”.
Prima volta alla guida della Macchina di Santa Rosa per “Gigi” Aspromonte, ai comandi di Dies Natalis in sostituzione dello storico Capo facchino Sandro Rossi, in convalescenza dopo un intervento.
La vicinanza con il suo “esercito” si sente, li chiama per nome “vai Massimone, così Vincenzo. Rallentiamo un po’, ” grida durante il primo tratto di via Garibaldi. I primi 230 metri sono andati, affrontati con il passo “lungo”. La Macchina oscilla.
Si fa una prima valutazione, la macchina si fa sentire sulle spalle dei facchini. Poi la fermata a Piazza del Comune. Nel frattempo la caduta dell’intonaco di un balconcino a Corso Italia, una persona lievemente ferita, sul posto arrivano i soccorsi.
Poi si procede verso il tratto più stretto, quello di Corso Italia. La macchina sfiora i cornicioni ma procede spedita, sempre tra tante oscillazioni, quelle più notate dai presenti.
Infine la salita, Dies Natalis è arrivata al Santuario di Santa Rosa, il momento più emozionante prima di essere posata. Aspromonte si infila tra i facchini, la voce è ormai poca: “Sandro Rossi e Marco Gemini, abbiamo appreso i vostri insegnamenti. Una dedica particolare al mio amico Baffino (facchino venuto a mancare) me lo aveva detto che un giorno avrei “guidato” la macchina di Santa Rosa. Grazie Baffino”.
Una nuova e imponente Macchina, un trasporto non facile, ma tanta forza e fede, quella che si respirava ieri notte, che ha di nuovo compiuto il miracolo di riportare Rosina al suo monastero.