ROMA – Un giovane di 23 anni, identificato come D.S., è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale dopo aver palpeggiato una ragazza su un tram all’altezza di via Tiburtina.
L’episodio si è verificato quando l’uomo si è avvicinato alla vittima, chiedendole un bacio. Al suo rifiuto, il giovane avrebbe reagito bloccandola con un gesto repentino, impedendole di allontanarsi e palpeggiandole le parti intime. La presa si è allentata solo quando la sigaretta che D.S. teneva in bocca è caduta, permettendo alla ragazza di sfuggire. La vittima ha poi raggiunto il commissariato di zona, dove, in lacrime, ha denunciato l’accaduto.
Poco dopo, gli agenti del Prenestino hanno fermato D.S., il quale ha cercato di difendersi davanti ai giudici del tribunale di Roma con un’argomentazione sorprendente: «Ma che violenza sessuale! Io ho 8 ragazze e a me le bionde neanche piacciono». Una dichiarazione che non ha convinto i magistrati, che hanno convalidato l’arresto del giovane.
D.S. ha anche respinto ulteriormente le accuse in modo colorito, affermando: «Sono astemio, non pippo, non mi fumo la boccia (il crack, ndr.), mi faccio le canne, vi dico la verità. Una cosa è certa: io queste cose non le faccio, chiedete in giro chi sono. In tutta Roma lo sanno». In merito ai suoi gusti personali, ha poi aggiunto: «A me piacciono le castane, non le bionde».
Nonostante queste dichiarazioni, il giudice ha sottolineato i numerosi precedenti penali del giovane, che dimostrano un comportamento delinquenziale reiterato. Solo una settimana prima, D.S. era comparso in tribunale per un’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. La sua richiesta di arresti domiciliari è stata respinta perché i genitori, a causa dell’inagibilità della casa, non erano in grado di ospitarlo.
In attesa di una perizia psichiatrica, che potrebbe portare a un suo trasferimento in una casa di cura, il 23enne rimarrà in carcere. La storia di D.S. è segnata da una vita difficile, trascorsa in gran parte tra comunità e case famiglia a Parma, Palermo e Roma. Cresciuto nel quartiere di Torrevecchia, in via Guido Calcagni, ha raccontato di aver subito un tentativo di omicidio da bambino: «Mi hanno sparato quando ero piccolo». Il padre, ex detenuto, ora lavora come capo cantiere.
Un percorso segnato da numerose difficoltà e violenze, che però non è bastato a convincere i giudici a concedergli una misura cautelare meno restrittiva, visto il ripetersi dei suoi comportamenti criminali.