La popolazione torna a chiedere l’aiuto delle istituzioni per affrontare una problematica sociale di enorme impatto per la “piccola” Tuscia
TUSCIA – Hanno scelto di togliersi la vita praticamente nello stesso momento il giovane vigile di Vetralla, Valerio Gagliassi e il 59enne Andrea Pagliari di Blera. Due accadimenti che hanno devastato le comunità dei due borghi della Tuscia, così vicine nei momenti di festa come in quelli di dolore. Pochi giorni prima, anche a Marina Velca (Tarquinia), l’imprenditore Carlo Picano aveva scelto di porre fine alla sua vita.
Tre fatti sconcertanti, in particolar modo per una Provincia che da tutti è sempre considerata “rurale”, priva di apparenti problemi e anzi, scelta da molti turisti per la sua pace e tranquillità. La verità, purtroppo, come molti cittadini tornano a riflettere, è ben diversa.
Il tessuto sociale, schiacciato da numerose problematiche – in primis questioni legate a debiti e solitudine – spesso tende a frantumarsi. A volte in maniera irreparabile, portando a decisioni dalle quali non si può più far ritorno.
Ancora una volta, dopo questi tre tragici eventi, accaduti in una sola settimana e a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, i cittadini tornano a parlare di assenza delle istituzioni. La necessità, quella più sentita, è di trovare una soluzione per affrontare questa solitudine che riempie il cuore delle persone, per un motivo o per un altro. La famiglia, da sola, spesso non può far nulla.
Da parte delle autorità pubbliche locali e amministrazioni, la popolazione chiede un ulteriore sforzo: quello di trovare un modo di far sentire ancora di più la loro presenza, la loro vicinanza in certi frangenti, attraverso qualsivoglia atto. Un “cintura di protezione”, come alcuni l’hanno giustamente chiamata, che possa permettere ai cittadini di sentirsi più sicuri nel corso della loro vita, in particolare gli adolescenti, sicuramente i più soggetti alle difficoltà sociali e a eventi che – purtroppo – possono divenire irreparabili.