Ti sei mai chiesto che fine faccia l’oro usato venduto ai compro oro? La curiosità è sempre piuttosto attuale e la risposta è un po’ più strutturata di quanto possa pensare la maggior parte delle persone, che magari ritiene che l’oro acquistato dall’operatore venga sciolto nel retrobottega.
Le cose, in realtà, sono molto diverse.
La separazione dell’oro da rivendita e da fusione
Per prima cosa, soprattutto nel caso in cui il compro oro sia anche una gioielleria e, dunque, un’attività di rivendita di oggetti preziosi, è comune la separazione dell’oro usato tra quello che potrà essere destinato alla successiva vendita e quello invece destinato alla fusione.
Di norma la prima tipologia di oro è quella relativa agli oggetti che possono essere rivenduti perché hanno mercato: pensa, ad esempio, all’oro nelle migliori condizioni, a quello con pietre preziose o, ancora, ai gioielli di marche prestigiose. Ebbene, questo oro, dopo un processo di rigenerazione per riportarlo nelle migliori caratteristiche, viene destinato alle vetrine dello stesso compro o di altre gioiellerie, dove sarà rivenduto.
La seconda tipologia di oro è invece destinata al banco metalli, raramente nella stessa sede del compro oro, più diffusamente separato dai primi.
I banchi metalli, dove l’oro viene fuso
Come abbiamo anticipato, i banchi metalli sono gli operatori a cui viene destinato l’oro fuso. Si tratta di fonderie, autorizzate dalla Banca d’Italia, che possono acquistare all’ingrosso il metallo dai negozianti per poterlo trattare in operazioni di fusione in unici lingotti, o altri supporti.
Nel far ciò, la fonderia estrarrà anche un piccolo campione (il truciolo) che serve a determinare e analizzare il valore e il titolo dell’oro (la caratura), elementi che influenzano in modo decisivo il valore dell’oro conferito.
L’oro ricevuto dal banco metalli andrà affinato per trasformarlo in oro puro (l’oro dei gioielli e degli altri oggetti preziosi è sempre unito in lega ad altri metalli) e poi destinato in vario modo, come può accadere all’utilizzo come oro da investimento, o ancora come oggetto di cessione ad aziende orafe che, a loro volta, procedono a lavorarlo, trasformarlo in gioielli e altri beni che potranno essere immessi nuovamente sul mercato.
Vendere l’oro al compro oro conviene?
In buona evidenza, quanto sopra ci dimostra per quale motivo il prezzo che il venditore può ottenere dall’oro in cessione al compro oro sia diverso dalle quotazioni internazionali: per poter ottenere un profitto dalla compravendita del proprio oro, infatti, il compro oro deve tenere in considerazione la necessità di remunerare la propria attività e quella del banco metalli che applicherà dei costi per le transazioni sopra rammentate.
Ecco, dunque, che il prezzo ottenuto dal venditore dell’oro usato potrebbe divergere anche significativamente da quello di listino internazionale.
Difficile, peraltro, negoziare con il compro oro delle condizioni particolarmente migliorative rispetto a quelle che sono esposte nel proprio punto vendita. Per capire se conviene vendere oro usato oggi è invece molto più utile cercare di confrontare i prezzi di diversi compro oro per aggiudicarsi la disponibilità di quello che può prezzare meglio i nostri oggetti preziosi e cogliere il giusto timing: il prezzo dell’oro a livello internazionale cambia due volte al giorno e i compro oro aggiornano almeno quotidianamente i propri listini.
Sfruttare l’eventuale andamento al rialzo dei prezzi dell’oro sul mercato internazionale potrà essere una mossa proficua per ottenere il maggiore rendimento dall’operazione di vendita dei propri oggetti preziosi.
Ricordiamo infine che è buona norma esigere sempre un trattamento trasparente, chiaro e equo dal compro oro. Il prezzo di acquisto che il compro oro comunica al venditore dovrebbe essere comprensivo di qualsiasi spesa, evitando di esporre il venditore al pericolo di costi e oneri inattesi al momento dell’effettivo pagamento.
Condividiamo infine che il compro oro professionale deve rispettare la severa normativa di identificazione delle persone che si recano allo sportello: diffida, pertanto, da quegli operatori che non domandano i documenti di identità alle persone che vendono oro o altri oggetti preziosi, o che regolano le operazioni di compravendita in contanti e senza rilasciare nessun tipo di ricevuta o altro documento fiscale.