Il legale, insieme alla “mamma coraggio” Virginia Adamo ha dato vita alla Manisco Word a tutela delle vittime di sette e psicosette
VITERBO – Morte di Pasquale Gaeta, “il santone” di Acquapendente. A portare alla luce lo scandalo della comunità Qneud, da lui stesso fondata, la mamma coraggio Virginia Adamo, che da oltre sette anni ha perso i contatti con sua figlia. Da qui l’avvio di un processo e la fondazione dell’associazione Manisco Word a tutela delle vittime di sette e psicosette, al lavoro, con il sostegno dell’avvocato Vincenzo Dionisi perché ci sia presto una legge che riconosca il reato “manipolazione mentale”.
E’ la storia di un incubo cominciato nel 2017, quando alla figlia di Virginia, ventunenne, originaria di Monza, ragazza e studentessa modello che alternava lo studio all’impegno appassionato nel sociale, nel volontariato e nei boy scout di Seregno, viene presentato il fantomatico maestro ‘Lino’, in realtà Pasquale Gaeta, 61 enne napoletano trapiantato ad Acquapendente.
La giovane si trasferisce a Modena dai nonni per studiare Naturopatia, e a Bologna, San Lazzaro, svolge le sue attività di volontariato, e proprio qui conosce “il santone” a cui racconta il suo sogno di realizzare una comunità di sostegno tutta sua, insieme ad altri ragazzi e ragazze. Da lì, l’inizio della fine.
Gaeta si propone di aiutarli. “Poco dopo mi resi conto che qualcosa non andava.- Racconta la madre – Virginia Adamo – Mia figlia mi telefonò e mi disse di aver avuto una vocazione, di voler trapiantare le sue origini, ad Acquapendente, un piccolo comune vicino a Viterbo. Successivamente tornò a casa una volta, ma era una ragazza completamente trasformata. Così decisi di capire cosa stava succedendo”.
Il cambiamento è repentino la ragazza allora ventunenne comincia ad usare un linguaggio volgare e violento con i famigliari. La madre si rende conto che la situazione è grave e riconducibile alla frequentazione con questo millantatore, tanto che si reca personalmente ad Acquapendente dove viene a conoscenza di una realtà scabrosa, fatta di sesso e maltrattamenti nella comunità fondata da Gaeta, chiamata Qneud, acronimo di “Questa non è una democrazia”.
Da qui partono le denunce. “Quest’uomo si presenta come psicologo e ludologo laureato a Verona, ma non è vero, non ha un titolo scolastico e vuole vendere in rete dei laboratori. Ha utilizzato lo psicodramma, la psicomagia e la psicanalisi di Freud per destrutturare la personalità della mia piccola”.
Anche l’ex fidanzato della giovane nota comportamenti strani, la ragazza ha dei lividi sul corpo, piange e puzza di sporco, parla di un percorso spirituale per elevare l’energia sessuale del maestro, con la promessa che lei sarebbe stata il nuovo messia dopo la sua morte.
Tra i reati contestati al maestro Lino: violenza sessuale, maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione, in un processo che avrebbe dovuto concludersi il prossimo 17 settembre a Viterbo, ma che con la sua morte si chiuderà senza innocenti e colpevoli.
La lunga battaglia di Virginia Adamo e del suo avvocato Vincenzo Dionisi non andrà però perduta, sono loro ad aver tracciato il percorso che (speriamo) veda luce nel riconoscimento di una nuova legge sulla manipolazione psicologia “che colmi il vuoto lasciato dall’abrogazione del reato di plagio“, proprio come racconta l’avvocato Dionisi attraverso un lungo commento:
“Rimangono i fatti ed i documenti, rimane il dolore di una madre che ha lottato per ottenere giustizia per la figlia perduta, rimane il segno indelebile che le vittime porteranno dentro per sempre. Questo processo ha segnato l’inizio di un percorso per l’approvazione di una legge che colmi il vuoto lasciato dall’abrogazione del reato di plagio.
B.F.