Una scoperta archeologica fa luce su un’antica superstizione. Durante i lavori di riparazione del muro di recinzione dei giardini della residenza dei vescovi di Go’ra Chemska, nella Polonia nordoccidentale, tra le radici degli alberi rimossi, sono affiorante due sepolture scheletriche di bambini, uno interrato con ‘misure anti-vampiro’.
Gli scheletri dei due ragazzini, sospettati di nutrirsi di sangue umani, sono stati trovati nella terra, in una fossa senza bara. La datazione, determinata grazie all’analisi degli strati di terreno e ai frammenti di ceramica associati alla sepoltura, risale al XII secolo. Secondo i resoconti storici, le sepolture furono realizzate in un luogo sconsacrato, al di fuori dei cimiteri conosciuti di Chemska. E per una delle due furono prese tutte le misure per una inumazione che ‘impedisse al morto di tornare’.
Tra queste il posizionamento di grosse pietre sulle gambe e sul torso del morto o il perforamento del corpo con una lancia, per ancorarlo al suolo. La testa del bambino sembra essere stata rimossa dal busto. Inoltre, il teschio è stato adagiato a faccia in giù nella cavità sepolcrale.
Si tratta per l’appunto di un tipo di tomba definita “del ritorno”: nelle credenze di diverse culture, questa espressione si riferisce alla possibilità che alcuni individui possano tornare in vita come spiriti oppure come cadaveri rianimati, entità demoniache, comunque persecutorie, come appunto quella del vampiro. Un’eventualità evidentemente da scongiurare.
Questa pratica che oggi genera turbamento, non era insolita. In diverse località d’Europa sono state trovate sepolture simili, con varie precauzioni adottate per evitare che il defunto ‘scappasse’ dalla bara.
La scorsa estate, sempre in Polonia, è stato portato alla luce lo scheletro di un bambino di circa 5-7 anni sepolto a faccia in giù, con un lucchetto di ferro al piede. La sepoltura risaliva al XVII secolo e si trovava vicino alla città settentrionale di Bydgoszcz, in quello che sembra essere stato un cimitero per le “anime abbandonate” e per i poveri che non potevano permettersi di essere sepolti in un cimitero. Anche in questo caso, sembra che chi ha sepolto il corpo avesse paura che il piccolo potesse tornare in vita.