Il primo cittadino si limitò a seguire le indicazioni della Asl ma questo non fermò gli haters e i suoi antagonisti politici. In corso altri decreti penali di condanna
A Tarquinia, la tensione si è trasformata in sentenza. Iniziano ad arrivare le prime condanne contro coloro che, attraverso i social media, in particolare Facebook, hanno diffamato l’ex sindaco Alessandro Giulivi. La vicenda affonda le sue radici in un episodio che ha sconvolto il paese e ha avuto ripercussioni a livello mediatico e politico: l’abbattimento di quattro cavalli fuggiti dal loro recinto.
Tutto è iniziato quando quattro cavalli, sfuggiti al loro recinto, hanno seminato il panico a Tarquinia per diversi giorni. La situazione si è aggravata al punto da spingere la Asl di Viterbo a intervenire. L’allora sindaco Giulivi, su indicazione dell’ente sanitario, fu costretto a emettere un’ordinanza di pericolosità sociale. L’obiettivo era chiaro: adottare ogni mezzo possibile per mettere in sicurezza gli animali e la comunità, con l’abbattimento come extrema ratio solo se tutte le altre soluzioni fossero fallite.
Nonostante gli sforzi messi in campo, compreso l’uso di un drone speciale e l’intervento di un veterinario specializzato nella sedazione di animali di grossa taglia, i cavalli, sempre più irrequieti e vicini alla statale Aurelia, non poterono essere fermati. Il pericolo per gli automobilisti era ormai troppo elevato, e il veterinario fu costretto a procedere con l’abbattimento degli animali per evitare conseguenze ben più gravi.
Nonostante l’abbattimento dei cavalli fosse una decisione tecnica e non politica, e soprattutto non ricadesse direttamente sulle spalle del sindaco, Alessandro Giulivi divenne bersaglio di una feroce campagna denigratoria sui social media. Gli attacchi personali, privi di fondamento, divennero ben presto uno strumento di propaganda elettorale, trasformando il sindaco in una sorta di “mostro” da non votare. La vicenda, strumentalizzata a fini politici, si trasformò in un caso emblematico di linciaggio mediatico.
Dopo mesi di insulti e accuse infondate, la giustizia ha iniziato a fare il suo corso. Le denunce presentate da Giulivi e dai suoi legali hanno portato alla prima condanna. Qualche giorno fa, un decreto penale di condanna ha colpito G.V. di Savona, condannato al pagamento di una multa di 516 euro per diffamazione. Questa sentenza rappresenta solo l’inizio di una serie di procedimenti contro altre persone, molte delle quali tarquiniesi, che si lasciarono andare a commenti fuori luogo e accuse ingiustificate nei confronti dell’ex sindaco.
La vicenda di Tarquinia è un esempio lampante di come i social media possano diventare uno strumento di distorsione della realtà e di aggressione personale. L’ex sindaco Giulivi, che ha agito esclusivamente seguendo le indicazioni della Asl per garantire la sicurezza pubblica, si è ritrovato al centro di un vortice di odio ingiustificato. Ora, con le prime condanne, si inizia a fare chiarezza su chi, dietro a uno schermo, ha tentato di distruggere la reputazione di un uomo che stava semplicemente facendo il proprio dovere.