Vasanello – Camerun e l’ombra di Barelli: un gemellaggio che puzza di bruciato

Allegre comitive (moglie e marito), cuoco e aiuto cuoco, tante spese ma se qualcuno chiede chi e come ha speso i soldi pubblici cala il silenzio tanto da intervenire, inascoltato, il difensore civico della regione Lazio

VASANELLO – Quello che doveva essere un semplice gemellaggio tra comuni è ormai diventato un intricato mistero, intriso di viaggi sospetti, personaggi ambigui e una pioggia di soldi senza spiegazioni. Il tutto condito da un curioso mix di tradimenti e porchetta.

Tutto comincia con una delegazione dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che parte alla volta del Camerun per monitorare il progetto PACUS, promosso dal Comune di Vasanello. Il progetto, che si presenta come un’azione per combattere l’emergenza epidemiologica da COVID-19, sembra piuttosto una copertura per qualcos’altro. Infatti, come fa un comune di poche anime come Vasanello a diventare protagonista di un’iniziativa internazionale di tale portata? La domanda, evidentemente, se la sono posta in pochi, dato che il piccolo comune ha ottenuto un contributo di oltre un milione di euro. Una somma non indifferente, gestita con una trasparenza discutibile.

Lungi dall’essere un semplice atto di solidarietà, il progetto PACUS ha permesso una serie di viaggi costosi e ripetuti, tutti puntualmente diretti in Camerun. A capo della spedizione, il sindaco di Vasanello, Igino Vestri (che ha portato anche la moglie), e la sua assessora Dominga Martines, che si è portata dietro persino il marito (oggi ex), il noto avvocato Giacomo Barelli. Ora, cosa ci facesse un avvocato – per di più noto per i suoi legami con il mondo culturale di Caffeina – in Camerun, è una delle tante domande senza risposta. Ma una cosa è certa: la sua presenza non è passata inosservata, e le sue azioni sono state tutt’altro che disinteressate.

Il progetto, che sulla carta comprendeva la creazione di pozzi, la riabilitazione di strutture igienico-sanitarie e la costruzione di centri per giovani e donne, appare ora come una copertura per spese esagerate e non giustificate. Su 1.080.000 euro stanziati, solo 135.000 euro sono stati dichiarati per la trivellazione di sei pozzi. Una somma che, a detta di chi conosce bene i costi locali, sarebbe stata sufficiente per realizzare un’opera di ben altra portata.

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Eppure, nonostante la gravità della situazione, chi dovrebbe dare risposte – il sindaco Vestri e l’assessora Martines – sembra preferire il silenzio. Un silenzio così assordante che ha spinto i consiglieri d’opposizione Lucio Filipponi e Luigi Stefanucci a rivolgersi al difensore civico della regione Lazio. E anche quando quest’ultimo ha imposto all’amministrazione di rendere pubblici i documenti, ciò che è stato consegnato non era altro che un foglietto scarabocchiato, privo di informazioni cruciali come i nomi dei partecipanti ai viaggi e i dettagli sui costi sostenuti.

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Ma le stranezze non finiscono qui. L’intreccio di relazioni e affari coinvolge anche la famosa manifestazione Caffeina, il festival Kouna in Camerun, e l’Emporio Letterario di Pienza, tutti collegati in qualche modo all’avvocato Barelli. A tal proposito, ma ci torneremo con un servizio a parte, c’è anche un congruo finanziamento (diretto) del comune di Vasanello all’Associazione Clirap Italia (Circolo Culturale per la Promozione delle lingue, lo sviluppo e la Pace) con sede in Vercelli e chissà che anche questa società non abbia a che fare con qualche festival culturale dalle parti della Val d’Orcia…

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E c’è di più: prima che Barelli perdesse la testa per una donna camerunense (pare sia la sorella del responsabile del progetto), era riuscito a chiudere un accordo per portare a Dschang una serie di eventi culturali, finanziati – ovviamente – con fondi pubblici di Vasanello. Tutto legittimo, ci mancherebbe. Barelli oltre ad essere uomo di cultura è anche un politico di razza e forse ancora militante di livello del partito Azione di Carlo Calenda.

Andando a spulciare sul web è interessante vedere come l’assessora Martines non abbia badato a spese per insegnare ai camerunensi a cuocere la porchetta e legare le salcicce fresche. Infatti ha portato due massimi esperti come il cuoco Nico Fanti, assieme al suo collaboratore Daniele Calore che pare sia anche un ottimo fotografo.

Cosa ci sia davvero dietro questo progetto PACUS resta un mistero. Ma una cosa è chiara: quello che viene presentato come un nobile gesto di cooperazione internazionale nasconde ben altro. In una realtà fatta di viaggi lussuosi, affari poco chiari e legami discutibili, i soldi dei contribuenti vengono spesi senza trasparenza e, soprattutto, senza alcuna reale giustificazione. E mentre i pozzi si trivellano e i tamburi risuonano, Vasanello e il Camerun sembrano solo pedine di un gioco molto più grande e inquietante, dove a vincere sono sempre i soliti noti.

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