TORINO – Nella giornata di ieri ha aperto i battenti “Terra Madre – Salone del Gusto 2024” che andrà avanti fino al 30 settembre nell’area di Parco Doria a Torino.
Tra i protagonisti della manifestazione dedicata al cibo c’è anche il Lazio, grazie allo spazio istituzionale allestito da Regione e Arsial in cui sono ospitate 44 aziende d’eccellenza del territorio.
“Lo spazio – fanno sapere dall’Arsial – è progettato per essere un punto di riferimento per visitatori e operatori del settore. Con una creatività regionale e un ricco programma di iniziative, lo stand invita a scoprire i sapori, i territori e le eccellenze della nostra regione, con un’attenzione particolare alle tradizioni locali e alle piccole produzione di nicchia. All’interno dell’area, fino al termine dell’evento, sono previste degustazioni, show cooking e incontri dedicati alla sostenibilità e all’innovazione nel settore agroalimentare, pensati per attirare un pubblico di pensati per attirare un pubblico di professionisti del settore, appassionati e consumatori curiosi”.
Una grande rappresentanza, all’interno dell’area, appartiene alla Tuscia che presenta ben 10 aziende che già dalla giornata inaugurale hanno ricevuto moltissime attenzioni,
L’elenco della provincia di Viterbo è ricco e variegato: Azienda agricola Sensi (Montefiascone), Bianchini (Tuscania), Cooperativa agricola Colli Etruschi (Blera), Eastside Brewing (Blera), Il bosco incantato (Tuscania), La cascina delle Pantane di Giovanni Pesci (Vejano), Nativa (Corchiano), Nesler – Cibo vivo (Viterbo), Piccola formaggeria artigiana (Viterbo) e Tenuta Il melograno (Vasanello).
Birra, conserve formaggi, latte, latticini, olio e ortofrtutta made in Tuscia spiccano dunque a livello nazionale grazie alle aziende presenti a Torino.
“Le aziende laziali – spiega il commissario straordinario dell’Arsial Massimiliano Raffa – sono la punta di diamante di una filiera che valorizza la biodiversità e la cultura locale, forte di un patrimonio agroalimentare tra i più importanti del Paese, che include 16 Dop, 14 Igp, 4 Stg, 472 prodotti Pat e innumerevoli produzioni bio, alle quali si aggiungono 3 Docg, 27 Doc e 6 Igt per il settore vitivinicolo. Un patrimonio che riflette non solo la qualità dei prodotti, ma anche l’impegno di congiunto di imprese e istituzioni, nel promuovere le risorse locali, contribuendo in maniera tangibile alla crescita economica dell’intero territorio”.