CIVITAVECCHIA – Lo Stadio del Nuoto di Civitavecchia ha recentemente riaperto le sue porte, ma la situazione appare tutt’altro che limpida. Diverse segnalazioni, fotografie e filmati hanno mostrato persone all’interno della struttura comunale, intente a svolgere attività fisiche e utilizzare aree che, in realtà, sarebbero ancora soggette a sequestro da parte della magistratura.
L’impianto era stato sottoposto a sequestro alcuni mesi fa, a seguito di un esposto presentato all’autorità giudiziaria da una società sportiva che usufruiva dello stadio. La decisione della Procura era scaturita da problematiche legate alla sicurezza dell’impianto, con la necessità di interventi urgenti per mettere in sicurezza la struttura, in particolare per quanto riguarda gli impianti elettrici e antincendio.
Dopo Ferragosto, però, la magistratura aveva deciso di parzialmente riaprire i sigilli, ma con un obiettivo preciso: consentire esclusivamente il recupero della piena agibilità dell’impianto. La Procura della Repubblica di Civitavecchia aveva accolto in parte la richiesta di dissequestro avanzata dalla Asd Nuoto e Canottaggio Civitavecchia, società che gestisce la struttura. L’autorizzazione riguardava solo la rimozione dei sigilli per effettuare i lavori necessari alla messa in sicurezza, secondo le indicazioni fornite dallo Spresal (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).
Tra gli interventi richiesti figurano l’installazione di un impianto antincendio e l’adeguamento degli impianti elettrici, per i quali è stato stabilito un termine di 90 giorni per la realizzazione. Nonostante il periodo estivo, la società NC ha avviato immediatamente i lavori, e si attende un quadro più chiaro nelle prossime settimane riguardo alla tempistica per il completamento degli interventi.
Tuttavia, ciò che desta maggiore preoccupazione è l’attuale utilizzo della struttura. Sembra infatti che l’impianto venga utilizzato senza le necessarie autorizzazioni da parte della Procura di Civitavecchia, configurando una violazione delle disposizioni legali in essere. Se confermata, questa situazione potrebbe portare a conseguenze legali per chi ha consentito l’uso della struttura senza il completamento dei lavori di messa in sicurezza e senza un dissequestro formale dell’intero impianto.
Rimane da chiarire se, nel frattempo, la Procura abbia effettivamente provveduto a dissequestrare l’intera struttura, una decisione che potrebbe sanare le attuali irregolarità. In attesa di ulteriori sviluppi, resta comunque alta l’attenzione sulla vicenda, che mette in luce le criticità legate alla gestione e alla sicurezza degli impianti sportivi comunali.