La società, leader nel settore, è pronta ad iniziare un nuovo scafo entro le prossime settimana. Settanta le unità impiegate nell’area in concessione: il 50% sono professionalità cittadine
CIVITAVECCHIA – «Il rumore che si sente, è già un ottimo punto di partenza. Si percepisce il cambiamento». Una frase emblematica, quella del presidente dell’Adsp Pino Musolino questa mattina all’inaugurazione del cantiere Tankoa, durante il sopralluogo nell’area a nord del porto.
In realtà le lavorazioni sono iniziate già da diversi mesi, dopo un intervento di rimessa in sicurezza e in attività di un’area ferma ed abbandonata da anni, con un investimento di più di 5 milioni di euro. All’interno dei capannoni, come spiegato dal Ceo di Tankoa Yachts, l’ingegner Vincenzo Poerio, si stanno realizzando gli scafi di tre mega yachts (2 da 45 metri, uno da 56 metri); un quarto da 55 metri si aggiungerà nella prossime settimane.
«Abbiamo portato a Civitavecchia una parte importante del processo produttivo di Tankoa – ha sottolineato l’ingegner Poerio – trovando spazi adeguati alle nostre esigenze. Non è stato semplice all’inizio, oggi siamo qui per sviluppare un settore Arriveremo a costruire gli scavi, le soprastrutture ed i preallestimenti, poi le vareremo di fronte e le porteremo a Genova per concludere gli allestimenti. Ad aprile contiamo di mettere il primo scafo in mare». All’interno del cantiere sono impegnate circa 70 maestranze; il 50% sono locali. «L’obiettivo è quello di spingere sulla formazione – ha aggiunto il ceo di Tankoa – per far crescere ancora di più la componente locale, specializzandola nell’allestimento degli interni».
Insomma, dopo due esperienze fallimentari, la sensazione è che si stia passando, come confermato dal presidente Musolino, «da un mausoleo del fallimento ed una vera e propria area produttiva. Questa è una bella storia di ripresa di un pezzo importante del nostro porto – ha aggiunto – di riscatto, di lavorazioni di livello. A seguito di una due diligence significativa, abbiamo iniziato con una concessione di quattro anni, per “studiarci” a vicenda, ma spero possa essere l’inizio di qualcosa che possa durare decenni. L’area è ripartita con un player importante che costruisce barche, non racconta di saperlo fare. Con oggi possiamo dire che si chiude una ferita».
E l’intenzione delle parti è quella di guardare al futuro con la prospettiva di ampliare le attività, magari legandole proprio al Marina Yachting, anche oggi pieno di imbarcazioni. E in questo senso potrebbero essere fondamentali le lavorazioni di refitting, facendo di Civitavecchia un polo strategico al centro del Mediterraneo.