Tra gli indagati anche uno dei medici della struttura
ROMA – Un servizio “all inclusve” da far accapponare la pelle nel carcere di Rebibbia, nella Capitale, dove ora ben 41 persone indagate rischiano il processo. Tra loro ci sono agenti delle forze dell’ordine e anche un medico. Per loro si prefigura anche il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga.
Le indagini attualmente in corso e coordinate dal pm della Dda Carlo Villani, sono state portate avanti dagli agenti della polizia penitenziaria e dai poliziotti del commissariato di Tivoli. Secondo quanto emerso, a una delle persone indagate viene anche contestata la corruzione nei confronti di un agente della penitenziaria che in cambio di denaro riusciva a recapitargli droga in carcere.
Nel linguaggio “in codice” si parlava di “sigarette” e “regali” nel tentativo di confondere eventuali indagini. A tutti i coinvolti, all’epoca dei fatti tutti detenuti nel carcere, è contestato anche l’uso di cellulari. Tra gli episodi c’è anche uno che risale al 2020 in cui uno dei detenuti di Rebibbia è riuscito a farsi recapitare pizza e birra. Al medico indagato è invece contestata la mancata denuncia di un detenuto in quanto sapeva che quest’ultimo fosse in possesso di un telefono cellulare mentre era recluso.