Civitavecchia Porto – Moscherini, il Tar Lazio dichiara inammissibile il suo ricorso sul Comitato di Gestione

CIVITAVECCHIA – La vicenda giudiziario-amministrativa che ha visto protagonista Giovanni Moscherini, ex presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia ed ex sindaco della città, ha recentemente trovato un epilogo con la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. La Sezione Seconda Bis del TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Moscherini contro la nomina di Emiliano Scotti a rappresentante del Comune di Civitavecchia nel Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale.

Il tribunale ha motivato la decisione rilevando l’incompatibilità di Moscherini con l’incarico, data la sua posizione di consigliere comunale a Tarquinia al momento della candidatura.

L’intera vicenda ha avuto origine nel 2021, quando il Comune di Civitavecchia ha deciso di nominare Emiliano Scotti come proprio rappresentante nel Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale. Moscherini, che aveva partecipato al processo di selezione, ha presentato un ricorso contro tale nomina, sostenendo che la procedura avesse mostrato diverse irregolarità. Tra le principali contestazioni, Moscherini ha lamentato la mancata comunicazione dell’avvio del procedimento, una presunta mancanza di trasparenza e una motivazione insufficiente nella scelta del candidato. Egli ha inoltre sostenuto che il curriculum di Scotti non fosse adeguato per il ruolo, mentre il suo, secondo quanto dichiarato, avrebbe meglio soddisfatto i requisiti richiesti per l’incarico.

Il TAR ha respinto il ricorso di Moscherini, rilevando una carenza d’interesse nella sua istanza. Il tribunale ha infatti stabilito che, anche in caso di annullamento della nomina di Scotti, Moscherini non avrebbe comunque potuto essere nominato per via di un’incompatibilità normativa legata alla sua carica di consigliere comunale a Tarquinia. Secondo quanto stabilito dall’art. 9 della legge n. 84/94, chi ricopre incarichi politici in un comune non può essere nominato membro del Comitato di gestione di un’Autorità Portuale, proprio per garantire la separazione tra incarichi politici e amministrativi.

Tale incompatibilità si applica anche dopo la cessazione della carica, e non è sufficiente la dichiarazione di dimissioni anticipate per superare questo ostacolo legale.

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Questa sentenza ha dunque messo la parola fine al tentativo di Giovanni Moscherini di ottenere l’incarico nell’Autorità Portuale, confermando il principio di incompatibilità tra ruoli politici e incarichi amministrativi all’interno delle Autorità di Sistema Portuale. La decisione del TAR ha anche rafforzato l’importanza della separazione tra politica e gestione dei porti, un principio fondamentale nella normativa di settore, volto a prevenire eventuali conflitti di interesse o indebite interferenze politiche nella gestione delle infrastrutture portuali.

Per Moscherini, la vicenda rappresenta un capitolo significativo della sua lunga carriera politica e amministrativa, che negli ultimi anni lo ha visto impegnato anche come consigliere comunale a Tarquinia. Dopo il mancato successo nel ricorso, resta aperta la possibilità di eventuali ulteriori azioni legali o politiche da parte dell’ex sindaco di Civitavecchia, ma, per il momento, il tribunale ha chiaramente sancito che la sua esclusione dalla nomina non era solo legata a questioni procedurali, ma a una incompatibilità di fondo dettata dalla legge.

La sentenza del TAR del Lazio è emblematica del rigore con cui vengono applicate le norme in materia di incompatibilità tra cariche politiche e ruoli amministrativi all’interno delle Autorità di Sistema Portuale. Essa riafferma il principio di indipendenza della gestione portuale rispetto alla politica e stabilisce un precedente significativo per future controversie simili. Giovanni Moscherini, con un curriculum di tutto rispetto nel settore portuale, ha dovuto fare i conti con un quadro normativo che, al di là delle valutazioni sui meriti individuali, impone limiti ben definiti per evitare conflitti di interesse.