A Bisenzio tornano alla luce un sarcofago sigillato, un corredo e uno scheletro completamente conservato (FOTO)

CAPODIMONTE – Bisenzio continua a regalare tesori.

Il “Bisenzio project”, all’interno del sito di Capodimonte, va avanti e porta alla luce nuove scoperte dall’antichità.

Nei giorni scorsi l’equipe che lavora sul progetto internazionale, ideato e diretto da Andrea Babbi, ha presentato una serie di importanti novità che si sono susseguite negli ultimi anni.

“A differenza di quanto ipotizzato fino ad oggi – spiegano dall’Istituto di scienze del patrimonio culturale – si può asserire che la comunità di Bisenzio fu un centro aristocratico molto dinamico ancora in epoca orientalizzante e arcaica (VII-VI sec. a.C.)”.

La campagna di ricerche sul campo appena conclusa ha inoltre permesso di intercettare un’area di un nucleo sepolcrale del tutto scampata al saccheggio dei tombaroli.

“L’accurato scavo archeologico stratigrafico – proseguono dall’Istituto di scienze del patrimonio culturale –, ha rivelato la presenza di più sepolcri databili tra il VII secolo e la fine del VI secolo a.C. Particolare interesse hanno suscitato alcune sepolture concentrate in un’area delimitata e protetta in antico da un recinto litico parzialmente conservato e riferibili con ogni probabilità a un nucleo familiare”.

Secondo gli specialisti si tratta di tombe parzialmente sovrapposte come a rendere manifesto il legame parentale tra i defunti. La sepoltura più antica si caratterizza per un imponente sarcofago in tufo rinvenuto sigillato e un articolato corredo.

“Grazie alle eccezionali condizioni di conservazione – concludono dall’Istituto di scienze del patrimonio culturale – il sarcofago ha restituito uno scheletro completamente conservato, caso più unico che raro. Attraverso le analisi osteoarcheologiche, isotopiche e archeogenomiche già programmate dagli studiosi del Bisenzio project, sarà possibile ricostruire la microstoria dell’individuo verosimilmente uno dei personaggi eminenti cui imputare la pianificazione e realizzazione di alcune delle imponenti infrastrutture allestite dalla comunità nel momento di massimo fulgore di Bisenzio e recentemente scoperte”.