Frosinone – Piazza Pulita attacca nuovamente Tagliaferri ma non parla di Franceschini, della di lui moglie De Biase e del “sugherone galleggiante” Nastasi

Sarebbe interessante che qualcuno si occupasse della vicenda con un’inchiesta pressante come quella fatta nei confronti del “povero noleggiatore NCC ciociaro”

di Paolo Gianlorenzo

FROSINONE – Ieri sera nel corso della trasmissione Piazza Pulita il giornalista Corrado Formigli ha piazzato sicuramente un bello scoop intervistando in diretta la pompeiana Maria Rosaria Boccia ex amante e consigliera (dice lei) dell’ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

L’occasione ghiotta per tornare sull’argomento Fabio Tagliaferri che viene continuamente etichettato con spregio “noleggiatore NCC ciociaro” (ma i ciociari non si ribellano ai continui insulti?).

La memoria corta è un dono che, a quanto pare, molti politici sembrano possedere, in particolare quelli della sinistra italiana. Questa tendenza emerge chiaramente ogni volta che accusano i loro avversari politici di favoritismi, clientelismi o “infornate” di nomine poco prima di lasciare una carica. Tuttavia, quando la situazione viene capovolta, e sono i politici della sinistra a essere al centro dell’attenzione, la narrativa cambia, e l’amnesia collettiva sembra prendere il sopravvento.

Ma la memoria corta non è un lusso che tutti possono permettersi, e la cronaca, per quanto a volte sfugga, è lì a ricordarci certi episodi. Oggi tutti parlano di Fabio Tagliaferri presidente di Ales Spa amico personale di Arianna Meloni e quindi per questo non idoneo ad occuparsi di cultura.

Perché tutta questa attenzione nei confronti di una società in house del Ministero della Cultura fino ieri sconosciuta quasi a tutti è una domanda che in queste ore molti si stanno ponendo.

Soprattutto c’è da capire quali interessi e quanti interessi è andata a ledere la premier Giorgia Meloni dando il via libera all’allora ministro Sangiuliano di nominare Fabio Tagliaferri alla presidenza di Ales Spa (Arte, Lavoro e Servizi) che si occupa dei dipendenti dei musei (per lo più maschere) e delle relative biglietterie.

Il primo atto di Tagliaferri è stato quello di far entrare “la fresca”. Soldi. Tanti soldi che fino al momento in cui lui non ha cambiato le firme in banca venivano regalati al Monte dei Paschi di Siena. Su questo argomento torneremo a parlare presto sulle pagine de La Verità.

Conti correnti con capienze multimilionarie che fruttavano zero interessi (almeno ad Ales) e su questa vicenda appare inevitabile che qualcuno non ipotizzi anche un imponente danno erariale.

Torniamo al mondo del Ministero della Cultura e alla galassia che vi orbita intorno.

Ed ecco che, quasi per magia, ricorrono sempre gli stessi nomi. Tutti rigorosamente di area progressista.

Notizie e fotografie delle quali ci inonda anche DagoSpia quando si occupa di gossip.

Parliamo di Dario Franceschini, della di lui moglie Michela De Biase, Matteo Renzi e Salvatore Nastasi.

Dario Franceschini, ex ministro dei Beni Culturali ed esponente di spicco del Partito Democratico, è un personaggio che ha spesso fatto parlare di sé, sia per il suo operato politico che per la sua vita personale.

Sposato con Michela De Biase, anche lei attiva in politica nelle fila del PD, Franceschini è stato protagonista di dinamiche che hanno sollevato non poche polemiche quando guidava il dicastero dei beni culturali.

La moglie, Michela De Biase, oggi deputata del Pd, ha avuto una carriera politica folgorante, ma la sua ascesa ha sollevato diverse domande, soprattutto riguardo alle sue competenze e ai suoi incarichi.

Prima di entrare a far parte del mondo della cultura, ha lavorato per cinque anni presso l’azienda regionale dei trasporti, Cotral, dove si occupava di procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti.

Successivamente, è stata assunta dalla Fondazione Sorgente Group, una fondazione privata molto attiva nel settore dell’arte e della cultura, specialmente in Italia.

Il rapporto tra la Fondazione Sorgente Group e il Ministero dei Beni Culturali all’epoca aveva alimentato molti dubbi, soprattutto perché il ministro in carica era proprio Franceschini.

La Fondazione, infatti, ha un’ottima collaborazione con il ministero, specialmente per quanto riguarda l’organizzazione di eventi e mostre, ambiti nei quali De Biase è stata inserita con l’incarico di gestire le relazioni esterne.

La sua posizione ha suscitato non poche perplessità, soprattutto considerando che la sua esperienza pregressa non sembrava strettamente correlata al ruolo che le era stato assegnato.

Franceschini si è affrettato a dichiarare che nessun euro era stato versato dal Ministero alla Fondazione Sorgente Group, ma il dubbio sulla correttezza del rapporto di lavoro tra la moglie del ministro e una fondazione così strettamente collegata all’attività del Ministero rimaneva.

A completare il quadro di intrecci politici e culturali, troviamo Salvatore Nastasi, figura chiave nel sistema culturale italiano. Nastasi ha ricoperto, e ricopre tuttora, numerose posizioni di rilievo nel panorama istituzionale e culturale del Bel Paese, il che lo rende un personaggio centrale in questa narrazione. Dipendente del Ministero dei Beni Culturali, è stato nominato segretario generale del dicastero da Dario Franceschini, consolidando ulteriormente la rete di connessioni tra i protagonisti di questa vicenda.

Nastasi, che ha avuto ed ha legami politici con numerosi esponenti di primo piano del panorama politico nazionale, capace di navigare con abilità tra diverse correnti politiche. La sua carriera è impressionante: è stato direttore generale e commissario straordinario di numerose istituzioni culturali di prestigio, tra cui il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro San Carlo di Napoli. Attualmente, ricopre il ruolo di vicepresidente della SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e presidente designato della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino.

Salvo (Nastasi), a differenza di molti altri funzionari, è riuscito a mantenere il suo potere nonostante i cambiamenti politici, da Berlusconi a Renzi, passando per Franceschini. La sua capacità di adattarsi e di rimanere a galla in ogni scenario politico è straordinaria e potrebbe ricordare la famosa vignetta di Forattini su Andreotti: “Salvo comunque”, in riferimento alla sua abilità di sfuggire a ogni criticità e mantenere intatta la sua posizione di potere.

Un elemento cruciale di questa storia è rappresentato dalla Fondazione Sorgente Group, che è uno dei principali gruppi immobiliari italiani, con un patrimonio di circa 5 miliardi di euro, frazionato tra numerosi fondi immobiliari.

La Fondazione ha stabilito negli anni una relazione privilegiata con il Ministero dei Beni Culturali, partecipando attivamente all’organizzazione di mostre, conferenze e pubblicazioni. Le agevolazioni fiscali per i finanziamenti alla cultura rappresentano un altro aspetto centrale di questa collaborazione. Il sistema, infatti, è circolare: i fondi per il mecenatismo artistico vengono forniti dai privati, che poi possono godere di vantaggi fiscali stabiliti dalla legge.

 

Tra il Ministero e la Fondazione, quindi, si è creato un legame che solleva inevitabili domande di opportunità e trasparenza. La nomina di Michela De Biase, moglie di Franceschini, in una posizione di rilievo all’interno della Fondazione non ha fatto altro che alimentare ulteriori sospetti.

Le agevolazioni fiscali di cui beneficia la Fondazione Sorgente Group ammontano a circa 2 milioni di euro l’anno, una cifra non irrilevante, che sottolinea l’importanza del rapporto tra pubblico e privato in questo contesto.

A questo intreccio di rapporti istituzionali e privati, si aggiunge il ruolo della SIAE. Salvatore Nastasi, come già accennato, era prima vicepresidente della SIAE divenuto poi presidente pochi giorni prima della storica vittoria del centrodestra alle elezioni del 2022, con Giorgia Meloni alla guida. Questo evento ha messo ulteriormente in evidenza la continuità di Nastasi nel mantenere posizioni di potere, indipendentemente dagli esiti elettorali o dai cambi di governo.

Marco Travaglio, in un articolo pungente, ha descritto Nastasi come una sorta di “sugherone galleggiante”, capace di navigare in tutti i regimi politici, da Rutelli a Berlusconi, da Renzi a Franceschini fino a Draghi. Il suo curriculum e la sua abilità di restare in posizioni chiave nonostante i numerosi cambiamenti di governo lo rendono una figura emblematica di un sistema di potere che sembra non conoscere tramonto.

Questa storia di intrecci tra politica, cultura e affari ci offre uno spaccato affascinante del potere in Italia, mostrando come le relazioni personali e i legami politici possano spesso sovrastare le competenze e le esperienze professionali. Dario Franceschini, Michela De Biase e Salvatore Nastasi rappresentano solo alcuni degli attori di questo complesso teatro, ma il loro esempio ci ricorda che, anche se la memoria può essere corta per alcuni, il passato non è mai veramente dimenticato. Poi parlano di incarichi fiduciari di un autista e una segretaria ciociari chiamati da Fabio Tagliaferri. Evidentemente l’incarico fiduciario è valido solo se si ha in tasca la tessera del Partito Democratico.

A proposito, al compleanno dei cinquant’anni di Salvatore Nastasi mancava Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Guardate il reportage fotografico di Dagospia (QUI).