Prende ancora più corpo l’ipotesi del gesto volontario che sarebbe stato compiuto dal 43enne
TARQUINIA – Nuovi dettagli sulla tragedia che ha sconvolto la città di Tarquinia.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, che sono al lavoro sul caso, la morte di Luca Picano sarebbe scaturita da un atto volontario del 43enne.
L’uomo, trovato senza vita nel primo pomeriggio di giovedì 10 ottobre, avrebbe legato una corda di metallo ai comandi della benna accanto a cui è stato trovato il suo corpo. In questo modo avrebbe azionato da solo il meccanismo che lo ha ucciso.
Prevale dunque la pista del gesto volontario ma le forze dell’ordine non escludono alcuna ipotesi e continuano a effettuare ulteriori verifiche. Comprese quelle delle telecamere di sicurezza per escludere la presenza di altre persone nella zona.
I fatti, come detto, risalgono a giovedì 10 ottobre in un deposito di macchinari e materiali nei pressi di Marina Velca. Sul posto, dopo le segnalazioni, è arrivata la polizia insieme ai vigili del fuoco del distaccamento di Tarquinia e al personale del 118 che non ha potuto fare altro che constatare il decesso. L’elisoccorso, che si era messo in viaggio verso Tarquinia, è rientrato alla base senza atterrare. La salma resta a disposizione della Procura di Civitavecchia.
Luca Picano era il figlio di Carlo Picano, l’imprenditore che il 30 agosto si è tolto la vita gettandosi dal fungo di Marina Velca a pochi passi da dove è stato ritrovato il figlio. Una tragedia nella tragedia che ha gettato nello sconforto la comunità tarquiniese.
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