CANEPINA – Nel pomeriggio del 10 ottobre a Canepina, i carabinieri della compagnia di Viterbo, hanno ottemperato a un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica al Tribunale del capoluogo – Ufficio esecuzioni penali, nei confronti di un ventenne di origine ucraina, sottoposto ad avviso orale di pubblica sicurezza, ritenuto responsabile di rapina aggravata e lesioni personali in concorso commesse a Vitorchiano il 26 marzo 2023.
“A dare esecuzione al provvedimento – si legge nella nota dei carabinieri – sono stati i militari della Sezione operativa del Nor, supportati dalle stazioni di Canepina e Vitorchiano che allora, coordinandosi, svolsero le indagini.
Il giovane era già agli arresti domiciliari per lo stesso episodio delittuoso che ha visto vittime due turisti tedeschi soggiornanti nella Tuscia: insieme ad altri tre coetanei – anch’essi portati a processo – dopo aver accettato di fornire agli stranieri un passaggio in auto da Porta Fiorentina a Vitorchiano, pattuendo un compenso di 20 euro, sarebbe giunto a destinazione, fermandosi in una stazione di servizio nei pressi di piazza Umberto I, dove li avrebbe violentemente aggrediti con pugni e schiaffi, derubandoli di 200 euro, prima di darsi alla fuga.
Dalla richiesta di aiuto dei viaggiatori, i militari intervenuti hanno appreso come questi ultimi fossero stati improvvisamente e deliberatamente percossi e scherniti; sul posto, personale sanitario del 118 ha potuto prestare le prime cure ai due, ragazzi, accompagnandone uno in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Belcolle per le lesioni riportate.
L’attività investigativa, avviata nottetempo, ha permesso di individuare lo stesso giorno i quattro possibili autori, trovando riscontro dall’esame di filmati degli apparati di videosorveglianza privata e comunale della zona, oltre che dall’esito di contestuali perquisizioni in abitazioni dove sono stati rinvenuti indumenti corrispondenti a quelli utilizzati dai rapinatori.
Anche successivi accertamenti di polizia giudiziaria sui telefoni cellulari sequestrati ha dato riprova dei fatti nei contatti tra indagati e conoscenti, in qualche caso espresse, compiaciute ammissioni dell’accaduto. Il ventenne arrestato, per cui la condanna è divenuta definitiva, è stato quindi tradotto alla casa circondariale ‘Nicandro Izzo’ di Viterbo, in località Mammagialla”.