«Provare dolore, rabbia e sofferenza per un fratello barbaramente squarciato vivo e fatto a pezzi è diventato segno di criminalità, mentre i criminali vengono tutelati e trattati come vittime», scrive Luca Palmieri sui social, arrabbiato per la decisione della Corte d’Assise di Salerno.
Il fratello Ciro è stato ucciso a coltellate e fatto a pezzi dalla moglie e i due figli nel 2022, e mentre la donna e uno dei due ragazzi rimarranno in carcere, l’altro, Massimiliano, dopo poco più di due anni, potrà scontare il resto della pena agli arresti domiciliari e completare gli studi universitari.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Ciro Palmieri è stato ucciso dalla moglie Monica Milite e dai due figli a coltellate al culmine di una lite. L’ennesima. Poi il suo corpo è stato fatto a pezzi, messo in dei sacchi della spazzatura e gettato in un dirupo. Le prove decisive sono state le immagini delle telecamere di sicurezza della casa, recuperate dai carabinieri del Ris, che i tre avevano tentato di cancellare.
Il fratello più piccolo è stato condannato a 13 anni e 4 mesi in un carcere minorile, mentre Massimiliano – che al momento dell’omicidio era diventato da poco maggiorenne – era stato condannato a 16 anni, come riporta il Corriere della Sera. Ma dopo averne scontati poco più di due gli sono stati concessi i domiciliari: andrà a vivere dal fratello maggiore e potrà completare gli studi universitari.
Ma Luca protesta e sui social scrive: «Ciruzzo, non è giusto che tu stia lì e chi ti ha ucciso fa la bella vita a casa», e ha annunciato di voler andare al tribunale di Salerno, il 18 ottobre, per protestare contro l’ingiustizia.