Regione Lazio – Anac accusa l’Ares 118 “gravissime irregolarità negli affidamenti diretti per il servizio di soccorso sanitario in emergenza extra-ospedaliera”

Disastrosa gestione dell’ex direttore generale Maria Paola Corradi oggi spostata al San Giovanni (oltre alla delega per il Giubileo) invece di essere “radiata” insieme al suo staff di collaboratori, dirigenti e funzionari a cominciare dallo “sbadato” direttore sanitario Domenico Antonio Ientile. L’ANAC ha fatto luce su come, dal 2015 al 2024, ARES 118 abbia affidato senza gara servizi per un valore complessivo di oltre 262 milioni di euro, di cui quasi 200 milioni attraverso affidamenti diretti

ROMA – L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con la delibera n. 292 del 12 giugno 2024, ha smascherato gravi irregolarità nella gestione degli affidamenti per il servizio di soccorso sanitario in emergenza extra-ospedaliera da parte dell’Azienda Regionale Emergenza Sanitaria (ARES) 118 del Lazio.

Al centro di queste criticità, emerge la figura della ex direttrice generale Maria Paola Corradi, il cui operato, caratterizzato da una gestione opaca e inefficiente, ha prodotto un quadro economico disastroso, gravato da affidamenti diretti e proroghe senza gara che hanno minato profondamente la trasparenza e la concorrenza nell’assegnazione dei contratti pubblici.

Colpa grave anche del direttore sanitario Domenico Antonio Ientile  figura dirigenziale che ha il compito di svolgere la funzione di guida, supervisore, coordinatore e garante all’interno di un’azienda ospedaliera o di una qualsiasi struttura sanitaria pubblica.

Il report dell’ANAC non lascia spazio a dubbi: l’operato di Maria Paola Corradi alla guida dell’ARES 118 ha contribuito a una serie di decisioni che, per anni, hanno evitato qualsiasi reale concorrenza e controllo nella gestione degli appalti pubblici.

Tra le criticità principali emerge l’abuso della proroga tecnica, un meccanismo che dovrebbe essere utilizzato solo in casi eccezionali e per brevi periodi.

Sotto la guida della Corradi, tuttavia, la proroga è stata estesa ben oltre i limiti temporali consentiti dalla legge, trasformandosi in una pratica consolidata per aggirare le gare d’appalto e affidare i servizi in modo diretto.

L’ANAC ha fatto luce su come, dal 2015 al 2024, ARES 118 abbia affidato senza gara servizi per un valore complessivo di oltre 262 milioni di euro, di cui quasi 200 milioni attraverso affidamenti diretti.

Questi affidamenti sono stati spesso giustificati con la necessità di garantire la continuità dei servizi di soccorso sanitario, ma la realtà che emerge dalla relazione è ben diversa. La proroga tecnica è stata trasformata in un meccanismo di consolidamento di vecchi contratti, senza che venissero garantiti i criteri di trasparenza e competitività previsti dalla legge.

Affidamenti diretti e proroghe: un sistema consolidato

La vicenda si inserisce in un quadro preoccupante che ha visto il ricorso costante a modalità di affidamento diretto e proroghe tecniche per gestire un servizio cruciale come quello del soccorso sanitario. A partire dal dicembre 2015, quando ARES 118, sotto la guida della Corradi, ha stipulato contratti per la gestione del soccorso sanitario con due Raggruppamenti Temporanei di Imprese (RTI) guidati da Heart Life Croce Amica, del valore complessivo di oltre 63 milioni di euro, i problemi non hanno tardato ad emergere. Nel corso degli anni, infatti, le prestazioni affidate a questi RTI sono state ripetutamente ampliate senza nuove gare, superando di gran lunga l’importo originariamente stabilito.

Nel triennio 2015-2018, il servizio inizialmente affidato per 63 milioni di euro ha visto un’escalation di costi, raggiungendo 80 milioni di euro a causa di numerose estensioni del contratto.

In teoria, queste estensioni avrebbero dovuto essere motivate da circostanze eccezionali, come la necessità di far fronte a emergenze non previste o a esigenze straordinarie.

Tuttavia, l’ANAC ha evidenziato come tali motivazioni fossero solo un paravento dietro cui si celava una prassi consolidata di affidamento senza gara, che ha visto l’ARES 118 sottrarre al confronto competitivo appalti di grandissimo valore, al di sopra delle soglie previste dalla normativa europea.

ANAC Delibera n_ 292 del 12 giugno 2024

Un quadro economico disastroso

La mala gestione economica dell’ARES 118, sotto la direzione di Maria Paola Corradi, non si è limitata al periodo 2015-2018. Con la scadenza dei contratti principali nel novembre 2018, anziché procedere immediatamente con nuove gare, si è continuato a operare tramite proroghe tecniche e affidamenti diretti, generando una spirale di costi fuori controllo.

Da quel momento, e fino al 2024, ARES 118 ha continuato a prorogare i contratti in essere senza alcun reale tentativo di mettere a gara i servizi, utilizzando la scusa della somma urgenza per mantenere in vita gli stessi affidatari.

Questo ha portato a una spesa complessiva di 262 milioni di euro, con oltre 198 milioni di euro derivanti esclusivamente da affidamenti diretti e proroghe.

L’ANAC ha criticato duramente questa gestione, sottolineando come il ricorso sistematico a proroghe abbia di fatto congelato il mercato, impedendo la partecipazione di nuovi operatori economici e limitando la concorrenza.

Maria Paola Corradi, nella sua posizione di potere, ha scelto di non intervenire, permettendo che si consolidasse un sistema che ha finito per generare enormi sprechi di risorse pubbliche. La proroga tecnica, uno strumento pensato per situazioni di emergenza, è stata abusata per anni, senza alcun reale sforzo di pianificazione a lungo termine.

Il fallimento delle gare ponte

Tra le giustificazioni principali per l’uso continuo delle proroghe, ARES 118 ha indicato il fallimento delle cosiddette “gare ponte“, procedure che avrebbero dovuto assicurare un affidamento temporaneo del servizio, nelle more di una gara pubblica regolare.

Tuttavia, queste gare sono spesso fallite, o perché non si sono trovati partecipanti adeguati o per motivi burocratici. Nel 2021, ad esempio, una gara ponte è andata completamente deserta, e una successiva nel 2022 è stata annullata per errori tecnici. Di fronte a questi fallimenti, la gestione Corradi non ha fatto altro che prorogare ulteriormente i contratti esistenti, peggiorando una situazione già di per sé critica.

Inoltre, l’ANAC ha evidenziato come ARES 118 non abbia mai fornito una reale giustificazione per questi continui insuccessi. Al contrario, ha reiteratamente fatto ricorso alla somma urgenza per continuare ad affidare il servizio ai vecchi fornitori, ignorando completamente la necessità di garantire un processo concorrenziale trasparente.

La mancanza di controlli e il ruolo della Regione Lazio

È innegabile che le responsabilità non ricadano esclusivamente sulla ex direttrice generale Maria Paola Corradi. Anche la Regione Lazio, che ha il compito di vigilare sulle attività di ARES 118, ha dimostrato gravi carenze nel controllo e nella supervisione della gestione.

La mancanza di interventi correttivi da parte della Regione, nonostante le numerose evidenze di criticità, ha permesso alla Corradi di portare avanti una gestione fallimentare senza reali ostacoli.

La Regione ha fallito nel monitorare efficacemente l’operato dell’ARES 118 e, in particolare, nel garantire che le procedure di gara venissero indette tempestivamente, lasciando che le proroghe diventassero la norma.

Un richiamo alla responsabilità

Il rapporto dell’ANAC è un atto d’accusa chiaro e inequivocabile nei confronti della gestione disastrosa di Maria Paola Corradi, che ha trasformato l’ARES 118 in un esempio di cattiva amministrazione pubblica.

L’abuso delle proroghe tecniche, l’uso sistematico degli affidamenti diretti e il fallimento nel garantire gare pubbliche trasparenti hanno generato un danno economico rilevante e compromesso la credibilità dell’amministrazione.

Ora, con la relazione dell’ANAC, si pone l’urgenza di un cambio di rotta. La Regione Lazio è chiamata a un’assunzione di responsabilità, non solo per riformare la gestione di ARES 118, ma anche per garantire che, in futuro, simili episodi di mala gestione non si ripetano. È necessario ripristinare la trasparenza e la legalità nel settore degli appalti pubblici, ponendo fine alle pratiche opache che per troppi anni hanno caratterizzato la gestione del soccorso sanitario in emergenza nel Lazio.

ANAC Delibera n_ 292 del 12 giugno 2024