Tarquinia – Omicidio Angeletti, sentenza definitiva per Claudio Cesaris: per lui 21 anni e mezzo di reclusione in carcere

Il tecnico di laboratorio dovrà inoltre risarcire la famiglia con 600 mila euro (moglie e due figli), le due sorelle con 140 mila euro complessive e all’Unitus dove lavorava la vittima 25 mila euro

TARQUINIA – È stata emessa la sentenza definitiva per Claudio Cesaris, l’ex tecnico di laboratorio dell’Università di Pavia, reo confesso dell’omicidio di Dario Angeletti, docente di Ecologia all’Università della Tuscia. Cesaris, 71 anni, è stato condannato a scontare 21 anni e mezzo di reclusione per l’uccisione di Angeletti, avvenuta il 7 dicembre 2021 nel parcheggio delle Saline di Tarquinia.

Cesaris, che attualmente si trova agli arresti domiciliari per motivi di salute, aveva inizialmente ricevuto una condanna a 25 anni e mezzo da parte della Corte di Assise di Roma. Tuttavia, la pena è stata ridotta a 21 anni e mezzo grazie al concordato in appello richiesto dai suoi difensori, gli avvocati Michele Passione e Alessandro De Federicis. Non essendo stato presentato ricorso in Cassazione, la sentenza è ora passata in giudicato, diventando definitiva.

L’omicidio di Dario Angeletti, ucciso a soli 53 anni con due colpi di pistola, aveva scioccato la comunità accademica e la cittadina di Tarquinia. Cesaris avrebbe agito per motivi di gelosia e rancore nei confronti di una ricercatrice con la quale aveva avuto una relazione. La donna, trasferitasi da Pavia all’Università della Tuscia, aveva stretto un’amicizia con Angeletti, circostanza che avrebbe scatenato l’ira di Cesaris, culminata nel tragico evento.

I risarcimenti civili stabiliti per i familiari della vittima rimangono invariati. Alla moglie e ai due figli di Angeletti spetteranno complessivamente 600mila euro, pari a 200mila euro ciascuno. Anche le due sorelle del professore riceveranno un risarcimento di 140mila euro (70mila euro ciascuna), mentre all’Università della Tuscia, dove Angeletti insegnava, è stata riconosciuta una somma di 25mila euro.

Questa sentenza pone fine a una vicenda dolorosa, che ha profondamente scosso l’ambiente accademico e la comunità locale, lasciando un vuoto nella vita della famiglia e dei colleghi di Dario Angeletti.