La questione, sempre più delicata, tira in ballo responsabilità anche nei confronti della sindaca Chiara Frontini
VITERBO – L’annosa questione arsenico, da sempre un flagello per la Città dei papi, continua a raccogliere proteste e polemiche. L’ultima, quella portata avanti dal Comitato dei residenti del quartiere San Pellegrino è addirittura finita sulle testate nazionali, dove ha raccolto anche risposte da parte di medici ed esperti del settore.
Come riporta il CorSera, i residenti avevano recentemente dichiarato che “Siamo in emergenza acqua potabile in tutta la provincia di Viterbo a causa della persistente presenza di arsenico”.
Queste parole, emerse da una delle ultime riunioni del comitato, avevano messo per l’ennesima volta nero su bianco la drammatica situazione e aveva tirato in ballo – di nuovo – la sindaca Chiara Frontini. “Chiediamo il diritto alla qualità dell’acqua – aggiungono dal Comitato – basta con le continue ordinanze di divieto”.
Come sottolinea il Corriere, l’ultima ordinanza della sindaca di Viterbo dove appariva il divieto di bere l’acqua dei rubinetti di casa ai cittadini, risale all’agosto 2024.
Sulle pagine della testata nazionale viene inoltre raccolta la testimonianza di esperti del settore Salute. “Siamo esposti a veleni continuamente – dichiara la dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione medici per l’ambiente Isde – e c’è un pericolo serio per la salute. Il problema sono le esposizioni continue, croniche. Non siamo dei turisti che soggiornano per un po’ e poi se ne vanno, perché in questo caso si può bere tutta l’acqua che si vuole, ma se ogni giorno facciamo la doccia, mangiamo cibi contaminati e beviamo acqua con alto livello di arsenico rischiamo seri danni alla salute. Anche l’esposizioni medio basse sono nocive, ci sono studi, l’ultimo di due anni fa che mostrano l’incidenza dell’aumento dei tumori correlati all’arsenico”.
Secondo l’Oms, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, il livello massimo di tollerabilità dell’arsenico nell’acqua potabile è recepito con il decreto legislativo 18/2023 in 10 microgrammi per litro (μg) , livello superato lo scorso agosto e “troppo spesso nella provincia di Viterbo”, come sottolinea ancora il Comitato dei residenti.
Come ancora evidenzia il Corriere della Sera, l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc (International Agency for Research on Cancer) classifica l’arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. L’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche a cancro del fegato e del colon.
Questi, come se non bastasse, non solo le sole problematiche che insorgono in seguito a una lunga e costante esposizione all’arsenico. La sostanza, infatti pare poter incrementare il rischio dell’insorgere di patologie neurologiche e neurocomportamentali, del diabete, di lesioni cutanee, di disturbi respiratori e disturbi della sfera riproduttiva e di malattie ematologiche.