I residenti ironizzano sulla situazione che dentro e fuori le mura imperversa e rende inutilizzabili le aree verdi
VITERBO – Pioggia e sole, così come le temperature ancora abbastanza miti, contribuiscono alla crescita della selva oscura che – puntualmente – si riappropria di molti spazi cittadini, sotto gli occhi di passanti e turisti.
Commercianti e residenti del centro storico, ma anche dei quartieri più popolati e limitrofi, come il Murialdo, non hanno mancato di notare come erbacce e piante selvatica abbiano nuovamente cominciato a “divorare” panchine ed altro arredo urbano. Alcune aree, come il Sacrario, sono ormai vicine dall’essere dei campi agricoli.
“Sembra quasi un campo di zucchine – dice ironicamente un residente del centro storico – intravedo già le zucche, poi siamo ad Halloween quasi. Forse è stata un’idea dell’amministrazione, chissà”.
Lo scenario che si scorge tra le vie del centro non differisce da quello dei quartieri fuori le mura, dove piante selvatiche e troppe settimane di mancati sfalci dell’erba hanno quasi fatto scomparire le panchine del parco pubblico di via Ippolito Nievo. “Questa – ci dice una residente – sarebbe anche un’area di sgambamento per cani. Una delle poche, oltretutto. Ma così è totalmente inservibile. Sembra un campo incolto di una qualche azienda agricola. Le panchine sono inservibili e quasi irraggiungibili. Meriterebbe anche un po’ di manutenzione, a dire il vero”.
Nel mentre che l’erba continua a crescere, si attende con ansia l’avvio dell’ennesimo appalto-ponte per il verde. Per l’occasione la città ha finalmente un assessore dedicato, il neo arrivato in giunta Giancarlo Martinengo, da tutti considerato una persona capace, ma che – come alcuni politici dell’opposizione hanno sottolineato – “avrà una bella gatta da pelare”.