Domenica alle 18 la Messa in Duomo
TARQUINIA – La città e la Diocesi accolgono il corpo di San Vincenzo Maria Strambi. Domenica 27 ottobre alle ore 17.30 l’urna giungerà nel Duomo di Tarquinia dove, alle 18, sarà celebrata una solenne eucaristia con tutti i sacerdoti della Città, le autorità, le comunità parrocchiali della zona e l’animazione liturgica della Cappella Musicale. Prima di arrivare in Duomo il corpo del santo sosterà presso il Monastero delle Passioniste, perché San Vincenzo Strambi è stato un Passionista che ha illuminato con la scienza e la bontà gli inizi della sua Congregazione, tanto legata a Tarquinia. Sarà un’occasione unica per tutti i fedeli della città, un evento di preghiera e di riflessione che coinvolgerà tutta la comunità per riscoprire la sua straordinaria testimonianza di fede e carità.
San Vincenzo Maria Strambi, nato a Civitavecchia nel 1745 e morto a Roma nel 1824 è stato infatti un padre della Diocesi di Civitavecchia Tarquinia, che fu reintegrata come sede episcopale nel 1825 da Papa Leone XII, dietro il suo illuminato consiglio. Lunedì 28 ottobre, alle ore 17, il Vescovo Gianrico Ruzza durante la messa conferirà il mandato a tutti i catechisti e alle catechiste della zona pastorale di Tarquinia. Mercoledì 30 ottobre, dopo la messa alle 8.30 e l’affidamento della Diocesi alla protezione di San Vincenzo, l’urna del santo farà ritorno a Macerata.
Chi era San Vincenzo Maria Strambi
Nacque il 1° gennaio 1745 a Civitavecchia, dove il padre aveva aperto una farmacia. A 15 anni, vinte le resistenze del genitore, il 4 novembre 1762 entrò nel seminario di Montefiascone ricevendo la tonsura e gli Ordini minori. Frequentò il Collegio Nuovo di Roma , uditore dei domenicani a Viterbo. Divenne diacono il 14 marzo 1767 a Bagnoregio ove poi a novembre entrò come Rettore del Seminario. Fu consacrato sacerdote sempre a Bagnoregio il 19 dicembre 1767.Chiamato per vocazione ad una vita più religiosa trovò la sua strada nella Congregazione dei Passionisti di san Paolo della Croce, dopo essere stato respinto dai Lazzaristi e dai Cappuccini. Novizio con il nome di Vincenzo Maria e nonostante parecchie obiezioni del padre, poté fare la sua professione il 24 settembre 1769.Iniziò e poi divenne famoso come predicatore, da solo o in gruppo di missionari fra la gente dell’Italia Centrale, esercitò varie volte l’apostolato insieme a s. Gaspare del Bufalo. Popolarissimo a Roma predicò più volte anche davanti al Collegio Cardinalizio. Salì molti gradi nella gerarchia del suo Ordine, fino a diventare postulatore generale dal 1792 alla morte. Fu direttore spirituale di tante anime elette come la ven. Luisa Maurizi e la beata Anna Maria Taigi. Il 5 luglio 1801, venne nominato vescovo di Macerata e Tolentino. Costruì un nuovo seminario in cui profuse ogni attenzione, come la scelta dei professori, l’accoglienza personale di ogni singolo seminarista, teneva personalmente lezioni ogni settimana favorì le lezioni di canto gregoriano. Con la filatura della canapa creò un giro economico per aiutare i poveri. Ampliò l’orfanotrofio dei Padri Somaschi, e il Conservatorio di Tolentino, eresse un ricovero per i vecchi. Particolare attenzione la diede all’organizzazione del catechismo con scuole appropriate e anche per gli adulti. Rifiutò di prestare giuramento di fedeltà all’imperatore Napoleone, secondo le leggi vigenti, che purtroppo videro lo scioglimento e la dispersione di vari Ordini religiosi e per questo fu relegato a Novara per un anno e nell’ottobre 1809 venne trasferito a Milano ospite dei Barnabiti e poi di varie persone dell’alta borghesia e nobiltà.
Il papa, dietro le sue pressanti richieste lo esonerò dalla sede vescovile di Macerata e lo volle presso di sé come consigliere, compito che espletò per quaranta giorni; colpito da apoplessia, morì il 1° gennaio 1824(nello stesso giorno che era nato), fu sepolto nella basilica dei ss. Giovanni e Paolo. Il 12 novembre 1957 il suo corpo venne traslato nella chiesa di s. Filippo in Macerata. Delle sue opere di ascetica e devozione sono state stampate molte edizioni. Beatificato il 26 aprile 1925 da Pio XI, canonizzato da Pio XII l’11 giugno 1950.