Accessi abusivi per scoprire tutto di Raffaello Giacchetti, Gianluca Casadidio e Mirco Gilioli
MILANO – L’indagine sulla centrale di dossieraggio scoperchiata dalla Procura Distrettuale Antimafia si arricchisce di notizie che riguardano anche il territorio viterbese.
Il caso dossieraggio nasce dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano che venerdì 25 ottobre ha portato alla luce un network di presunti spioni guidato dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ai domiciliari), braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (estranea all’indagine).
Carmine Gallo aveva messo in piedi una vera e propria centrale di dossieraggio da usare nei modi più variegati. L’importante era pagare in modo profumato le informazioni.
Centinaia le persone spiate. Politici, imprenditori, sportivi e gente comune.
Ieri abbiamo raccontato come la Equalize, società di investigazioni finita al centro dello scandalo, confezionava dossier per screditare il cantautore romano Alex Britti.
Nelle migliaia di pagine prodotte dagli inquirenti c’è di tutto. Anche la Tuscia come territorio e persone che hanno catturato l’interesse della “banda”.
Un corposo dossier riguarda Raffaele Giacchetti di Tarquinia.
Il primo nome autorevole che appare sulle carte è quello di Raffaello Giacchetti, noto ed importante manager del fotovoltaico a livello non solo nazionale.
Raffaello Giacchetti è Ceo di Cfr, società che si occupa di energia solare (ha contribuito alla costruzione di impianti per oltre 1400 megawatt) e responsabile degli investimenti in energie rinnovabili del fondo americano Plentium Capital. Ma è pure presidente di Gis, Gruppo impianti solari, che associa un gruppo di operatori del settore. Oltre che per il decentramento regionale ha il dente avvelenato per il Testo unico sulle rinnovabili, approvato in agosto da palazzo Chigi: «Il governo ha perso l’opportunità di risolvere il problema legato alla lentezza degli iter autorizzativi, uno dei motivi principali per i quali la transizione in Italia non decolla. La situazione di stallo in cui ci troviamo è sotto gli occhi di tutti“.
Nella solo provincia di Viterbo sono una trentina gli impianti riconducibili all’associazione guidata da Raffaello Giacchetti che ha saputo trasformare la terra di Maremma in un grande specchio composto da migliaia di ettari di fotovoltaico.
Il curriculum del tarquiniese Raffaello Giacchetti è impressionante:
2006-2022 CEO di CFR srl, società di sviluppo energia solare in Italia.
2011-2022 CEO di Valan srl, società immobiliare in Italia. Gestione di diversi asset nel settore dell’ospitalità (case di cura, immobili residenziali e commerciali).
2013-2022 COO di Omnia Srl, società di gestione e manutenzione di energie rinnovabili con oltre 200 MW in gestione in Italia.
2011-2022 Managing Director di Società Immobiliari in MIAMI (USA) (sviluppo e gestione del patrimonio immobiliare).
2014-2022 RESPONSABILE INVESTIMENTI IN ENERGIE RINNOVABILI di Plentium Capital a MIAMI (USA).
2022 PRESIDENTE GIS-Gruppo Impianti Solari.
Raffaello Giacchetti ha progettato, portato ad autorizzazione e venduto progetti fotovoltaici per oltre 1 GW: è uno dei protagonisti del secondo boom del fotovoltaico e per questo andava monitorato.
La Hergo Renewables S.p.A. chiede un dossier informativo su Gianluca Casadidio e la società il Delfino che gestisce la piscina pubblica del Comune di Montalto di Castro.
La Hergo Renewables S.p.A. azienda attiva nello sviluppo di progetti solari ed eolici in Italia e Spagna, con un portafoglio di progetti nei due paesi per una capacità complessiva di circa 1,5 gigawatt.
Il 20 aprile 2023, Calamucci condivideva le informazioni relative alla vulnerabilità del Comune di Rimini con Giulio Cornelli (account John Bologna). Emerge dalla chat come Calamucci debba eseguire un report per conto di Hergo Renewables sull’associazione sportiva dilettantistica “Il Delfino” di Montalto di Castro e sul suo legale rappresentante certo Gianluca Casadidio.
Casadidio veniva controllato proprio il giorno 20/04/2023 così come il giorno 19/04/2023 in SDI da Schiano con motivazione “3305/2022”.
Che interesse potesse avere una multinazionale del fotovoltaico controllata da Eni nei confronti di un gestore di una piscina a Montalto di Castro rimane al momento un mistero sul quale stanno indagando gli inquirenti.
Quello che sappiamo è che Plenitude – Società Benefit controllata al 100% da Eni, ha avviato una nuova partnership con Infrastrutture S.p.A. per lo sviluppo di progetti solari ed eolici in Italia e Spagna, attraverso l’acquisizione del 65% di Hergo Renewables S.P.A., società che detiene un portafoglio di progetti nei due paesi con una capacità complessiva di circa 1,5 GW. Infrastrutture manterrà il restante 35%.
I lavori del primo progetto, l’impianto fotovoltaico di Montalto di Castro (VT) con una capacità di 37 MW, forse potrebbe essere il motivo.
Stefano Goberti, Amministratore Delegato di Plenitude ha dichiarato qualche tempo fa: “Con questa partnership aggiungiamo una importante piattaforma di sviluppo al nostro portafoglio, con l’obiettivo di accelerare la realizzazione di nuova capacità di generazione di energia rinnovabile da destinare ai nostri clienti in Italia e Spagna. Lo sviluppo dei settori eolico e fotovoltaico rappresenta una componente essenziale della nostra strategia di crescita, che punta a raggiungere oltre 2 GW di capacità installata da fonti rinnovabili a fine 2022, oltre 6 GW entro il 2025 e oltre 15 GW entro il 2030”.
Operazione presentata quale contributo alla progressiva decarbonizzazione del settore elettrico dell’Italia e della Spagna, al processo di transizione energetica intrapreso da Eni, e agli ambiziosi obiettivi di Plenitude di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 e di fornire il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti.
LINEA VERDE – Il cliente Giuseppe Battagliola e la lettera anonima da spedire all’ex presidente del cda Mirco Gilioli originario di Montalto di Castro
Irrompe nel settore ortofrutticolo l’inchiesta sulle “cyber spie” guidate dall’ex super poliziotto Carmine Gallo, braccio operativo di Enrico Pazzali, titolare di Equalize, società di investigazione perno di una attività di dossieraggio su larga scala ai danni di istituzioni e imprenditori: Giuseppe Battagliola, già presidente del CDA de La Linea Verde e oggi al vertice di Kilometro Verde, big player del vertical farming con sede nel bresciano, è tra gli indagati – insieme al suo avvocato Giovanni Orlandi – nella maxi inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano per dossieraggio e spionaggio.
Per gli inquirenti nell’ottobre 2022 avrebbe commissionato alla Equalize srl un dossier nei confronti dei familiari ai vertici dell’azienda di cui ancora era socio con il 40% delle quote ma senza cariche: sotto la lente sarebbero finiti Carlo, Andrea e Domenico Battagliola e la stessa azienda di Manerbio.
Occorre ricordare che Giuseppe Battagliola, impreditore 67enne di Manerbio è stato il fondatore di questa azienda agricola della cosiddetta “quarta gamma”. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato lui a commissionare almeno tre accessi abusivi a due dei sistemi informatici da cui la banda attingeva, illegalmente, le informazioni che poi rivendeva. Si tratta nientemeno che della banca dati Sistema di indagine (Sdi) del ministero dell’Interno, la banca dati più sensibile delle forze dell’ordine italiane, e della banca dati Punto Fisco dell’Agenzia delle entrate. Battagliola avrebbe commissionato il dossieraggio di tre parenti e dell’allora presidente del Cda Mirco Giglioli, tra cui l’attuale Amministratore delegato de La Linea Verde Srl Domenico Battagliola. E aveva poi “spiato” anche il profilo fiscale della sua stessa azienda. Ancora da chiarire il perché di questo dossieraggio “interno”, dal quale molto presumibilmente Battagliola deve aver attinto informazioni di cui era già in possesso. In ogni caso, non sono state disposte misure cautelari nei confronti del manerbiese.
Tra le carte prodotte dagli inquirenti si scopre anche che l’ex presidente del Cda, Mirco Giglioli, originario di Montalto di Castro, doveva essere “attinto” da lettere anonime preconfezionate dai membri della Equalize, per cercare di destabilizzare l’asset societario. Lettera che andava spedita anche al presidente della Repubblica Mattarella.