Viterbo – Le ceramiche di Cinzia Chiulli, simbolo della città, regalate ad un matrimonio in India

“Cuore nel Cuore” e  “Nodo d’amore”, le opere realizzate con l’antica tecnica della zaffera (caratteristica di solo cinque città del centro Italia) arrivate al Taj Mahal, tra le sette meraviglie del mondo moderno

VITERBO – L’antica tecnica della zaffera dalla città dei Papi approda in India. Non in un luogo qualsiasi ma in una delle sette meraviglie del mondo moderno: il Taj Mahal, patrimonio Unesco. Un viaggio nato grazie a un amore a due facce: quello di partenza, che la ceramista Cinzia Chiulli mette nelle sue opere, e l’altro di destinazione. Perché si tratta di un dono di nozze.

La storia inizia nella bottega di Cinzia, Percorsi artistici, nel cuore medievale di Viterbo, dove il padre dello sposo, affascinato dalla forza simbolica della tradizione medievale viterbese, ha commissionato due piatti speciali da regalare agli sposi. Realizzati con la tecnica della “zaffera”. I piatti raffigurano il “Cuore nel Cuore” e il “Nodo d’amore”, quest’ultimo simbolo della storica unione nobiliare tra le famiglie Farnese e Orsini. Oltre ai piatti destinati agli sposi, altre creazioni di Cinzia sono state richieste come dono per gli invitati, segno del fascino esercitato dalla tradizione ceramica viterbese.

Sono felice che le mie creazioni abbiano trovato una cornice così straordinaria e che la tradizione viterbese, con i suoi simboli d’amore, abbia potuto parlare a cuori così sensibili alla sua bellezza e profondità”, racconta Cinzia Chiulli – artigiana ceramista e presidente dell’unione Artigianato artistico e tradizionale della Cna di Viterbo e Civitavecchia – al ritorno da un’esperienza unica che ha visto le sue opere protagoniste.

Le celebrazioni, intense e suggestive, si sono svolte in una cornice di misticismo e bellezza, culminando nell’ultimo rito in uno dei luoghi più iconici al mondo: il Taj Mahal. Qui, fra le geometrie d’acqua che sembrano proteggere il celebre mausoleo dedicato all’amore eterno, i piatti di Cinzia Chiulli hanno trovato una collocazione naturale. Il blu profondo del decoro viterbese si è armonizzato con le sfumature del Taj Mahal, creando un legame visivo ed emotivo tra la tradizione italiana e l’arte indiana.

L’esperienza di Cinzia Chiulli in India non è stata solo un’opportunità personale, ma una grande occasione per la ceramica viterbese di farsi conoscere e apprezzare in un contesto internazionale. Alcuni degli invitati alle nozze, rapiti dalla bellezza e dal significato delle sue creazioni, hanno infatti già commissionato nuovi lavori, aprendo la strada a una possibile espansione di questa antica arte oltre i confini italiani.

Viterbo e la ceramica

Viterbo è la prima città che nel 1251 mette nel proprio statuto la regolamentazione delle attività legate alla ceramica,  solo i ceramisti hanno il permesso di uscire dalle mura anche dopo il coprifuoco per reperire materiali quali argilla e legna.

Tra le produzioni dell’epoca ricordiamo la “panata”, brocca originaria dell’Alto Lazio con i colori del bruno e verde dove si metteva in ammollo il pane per realizzare appunto la panata, quella che diventerà la panzanella.

La Zaffera

Fino ad arrivare alla tecnica della Zaffera  caratteristica di solo cinque città del centro Italia, con l’utilizzo del cobalto unito ad altri elementi minerali applicati in diversi strati e poi cotti. Scavi archeologici nei butti di Viterbo hanno dimostrato che la produzione avvenne per un periodo brevissimo di circa 20 o 30 anni, in poche officine cittadine.

La lavorazione, benché di grande pregio, sarebbe stata abbandonata precocemente forse a causa dell’elevata difficoltà di esecuzione. In fase di cottura infatti, se si raggiungono temperature troppo elevate, l’ossido di cobalto diviene liquido e cola con gran facilità. E oggi ripresa da pochissimi ceramisti con riproduzioni, come quelle di una volta, di uccelli, a significare pace armonia e serenità, pesci, simbolo di prosperità e cristianità, figure antropomorfe e fantastiche.  A Viterbo, una delle cinque città dove veniva utilizzata la tecnica della Zaffera, è presente l’unico esemplare che riproduce una scena di dichiarazione d’amore.