BASSANO ROMANO – “Si stenta a credere che una signora di 93 anni in carrozzina abiti in un prato senza la presenza di quattro mura, di acqua potabile, di energia elettrica e oltretutto in un luogo colmo di rifiuti bruciati”. Lo fa sapere la polizia locale che risponde all’associazione ACDC.
“L’incredibile storia raccontata dall’associazione ACDC – scrive ancora la polizia locale – di cui è presidente e unico iscritto il protagonista della vicenda inizia ad aprile 2023 quando nel constatare lo stato di abbandono in cui vigeva un terreno nella campagna bassanese nei pressi della stazione ferroviaria, la Polizia Locale aveva scoperto che il signor Leoni e sua madre erano inspiegabilmente residenti in quel terreno ed avevano richiesto all’ufficio anagrafe di avviare le pratiche per accertare se sussistesse ancora la dimora abituale nel territorio comunale, così come previsto dal DPR 223/1989, il Regolamento anagrafico nazionale, pratica che era regolarmente partita nel mese di giugno dello stesso anno e che ha la durata di 12 mesi dove la polizia locale svolge ripetuti sopralluoghi.
Oltretutto nel mese di agosto 2023 sullo stesso terreno è scoppiato un incendio che la Procura della Repubblica di Viterbo, dopo attenta indagine da parte dei carabinieri forestali, ha dichiarato essere scaturito per cause naturali in quanto lo stesso era invaso da vegetazione spontanea mai curata ed era colmo di rifiuti di vario genere accumulati nel corso degli anni.
Così come previsto dal Testo unico dell’Ambiente, i carabinieri forestali della stazione di Vejano nel segnalare l’incendio dell’agosto 2023, chiedevano contestualmente l’avvio del procedimento per la bonifica dell’area dai rifiuti bruciati con l’emissione di un’ordinanza da parte del sindaco del Comune di Bassano Romano.
Tutti i primi tentativi di notificare l’ordinanza al signor Leoni non sono andati a buon fine poiché lo stesso, insieme alla madre, da tempo non abitavano più a Bassano Romano, fino a quando la polizia locale è venuta a conoscenza che dimorano stabilmente all’interno di un magazzino agricolo a Manziana.
La domanda è, pertanto, se i soggetti in questione dimorano abitualmente a Manziana e non a Bassano Romano, anziché paventare perdite di diritti, perché non si ricordano che i cittadini hanno anche dei doveri e non richiedono la residenza dove abitano?“.
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