La solidarietà e la fratellanza alla base del messaggio del Vescovo di Viterbo per questo Natale
VITERBO – “Facciamoci compagnia”. È questo il motto che il vescovo di Viterbo, Francesco Orazio Piazza, dedicherà il giorno di natale al territorio di Viterbo, un luogo che ha sempre più nel cuore ma che – come sottolinea – “ha molti piccoli borghi a rischio spopolamento”.
Un’emergenza senza precedenti, data dal tasso di natalità che nella Tuscia è addirittura di poco più basso della media nazionale, già critica a sua volta.
Quello che potrebbe salvarci, o quantomeno aiutare la popolazione della Tuscia a resistere, è – secondo il Vescovo Piazza – la solidarietà e anche da qui la scelta del motto di questo Natale 2024. Una solidarietà che può e deve ripartire dai giovani, preferibilmente già in età scolastica.
Il “sogno”, ma anche la richiesta ufficiale del Vescovo agli enti competenti è quella di inserire il volontariato nel concetto di alternanza scuola-lavoro “Perché – ha spiegato – chi non ha fatto esperienza con i problemi reali degli altri, avrà difficoltà in futuro. Ci sono esperienze di ragazzi che hanno avuto una vera illuminazione dopo aver fatto attività di solidarietà”. Un’azione che potrebbe indubbiamente portare benessere laddove ce n’è bisogno.
“Il disagio sociale – ha infatti continuato – è purtroppo importante per questo territorio, come per gli altri. Le parrocchie, che hanno fatto accoglienza in occasione del cosiddetto Bomba Day, hanno messo davanti ai miei occhi situazioni che sembrano invisibili. Queste vanno messe in luce, per lavorare a possibili soluzioni. Bisogna anche per questo potenziare i gruppi di lavoro solidale, dove manca un ricambio. Ci sono pochissimi giovani che ne fanno parte. Famiglia, scuola, parrocchia e società sono in difficoltà. I giovani possono essere il motore per fare ripartire tutto, ma serve aprire con loro un dialogo per liberare la loro energia. Noi abbiamo il compito di recepire questa forza”
Da parte sua, come poi concluso dal Vescovo, la Diocesi di Viterbo farà la sua parte, unendo ove possibile le parrocchie dei piccoli borghi “con lo scopo di creare una rete di solidarietà e servizi per tutti. Attualmente le comunità non si parlano tra loro, dobbiamo aprirci su questo fronte. Da parte nostra partiremo dalle parrocchie, migliorando le connessioni tra ognuna di esse”.