Il governatore pronto a correre da solo alle prossime elezioni regionali: “Prima i veneti, no alle decisioni dall’alto”
VENETO – Venti di guerra, politica, in vista delle elezioni per la carica di governatore della Regione Veneto con l’attuale presidente Luca Zaia che pare pronto a mettere a ferro e fuoco l’intero centrodestra pur di lasciare “i veneti al primo posto”. Come già da dichiarato, infatti, se la legge che attualmente impedisce il terzo mandato per i governatori non dovesse essere abrogata entro i 10 mesi che ci separano dalle elezioni in Veneto, Zaia sarebbe pronto a muovere guerra.
Come specificato in una dichiarazione rilasciata alla stampa solo poche ore fa, Luca Zaia ha specificato che si opporrà “alle decisioni calate dall’alto”. Un segnale che ha messo subito in allerta il suo partito, la Lega, ma soprattutto gli alleati di Fratelli d’Italia. I dissapori tra leghisti e meloniani, infatti, non mancano e le recenti dichiarazioni di Fratelli d’Italia, che vorrebbe “arginare” il fenomeno del terzo mandato, ha subito indispettito il governatore uscente.
Per Zaia, la motivazione di bloccare il terzo mandato con la scusa di “evitare l’accentramento di potere” non regge. Non regge, perché, come da lui ricordato: “Questo non vale per deputati, senatori, ministri e altre cariche istituzionali. Trovo assurdo e inaccettabile questa motivazione, ma ancora peggio che tali osservazioni arrivino da gente che è da 30 anni in Parlamento”.
Parole, le sue, che minacciano guerra e se il governatore arrivasse davvero a correre da solo per il rinnovo della sua carica come presidente della Regione Veneto, è indubbio che potrebbe dar via a un domino pericoloso anche per la tenuta del Governo stesso. E’ da tempo, infatti, che la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini sono ai ferri corti, sempre in disputa tra moltissime tematiche legate alla gestione Bel Paese.
“Io non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato, ma l’aspetto più importante è quello dei veneti. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa”, ha poi aggiunto Zaia, lanciando una sorta di ultimatum agli alleati.