ROMA – Riceviamo e pubblichiamo – La FLC CGIL Roma e Lazio accoglie e condivide la lettera dei docenti specializzati per le attività di sostegno indirizzata al Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio permanente sull’inclusione del MIM, organo per la tutela dei docenti specializzati nel sostegno, della qualità dei percorsi di formazione specialistica e di una scuola inclusiva.
L’attività dei suddetti docenti viene oggi messa a repentaglio dai percorsi di formazione organizzati dall’INDIRE, prossimi all’avvio.
L’appello (di seguito ne riportiamo il testo integrale) è stato pubblicato sulla piattaforma Change.org. Attraverso il link si può firmare digitalmente la petizione.
Il problema
La recente proposta dei corsi INDIRE rischia di compromettere la qualità dell’inclusione scolastica ledendo il diritto allo studio delle alunne e degli alunni con disabilità e degli alunni tutti, perché :
– riduce drasticamente la durata e il rigore della formazione necessaria per diventare insegnanti di sostegno;
– minaccia di creare un sovraffollamento di personale precario non adeguatamente formato;
La scuola inclusiva italiana sembra nel mirino: la norma che consente alle famiglie e ai dirigenti scolastici di confermare i docenti di sostegno, introduce criteri discrezionali che minano la trasparenza delle assegnazioni delle supplenze e la continuità didattica.
Le proposte
- corsi di specializzazione con standard formativi rigorosi (durata minima di 6 mesi, selezioni iniziali, laboratori in presenza, esami intermedi e tirocini obbligatori); ● una pianificazione territoriale per garantire che i corsi rispondano al reale fabbisogno di insegnanti di sostegno, la programmazione di tali corsi solo nei gradi di scuola ove vi sia carenza di personale specializzato;
- attribuzione equa dei punteggi nelle graduatorie, valorizzando i percorsi di formazione completi e selettivi svolti in Università Italiane;
- stabilizzazione dei docenti specializzati mediante assunzioni da GPS e ampliamento dell’organico di sostegno, per ridurre precariato e contratti a termine.
L’appello
Egregi membri del Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio permanente sull’inclusione,
Vi scriviamo in qualità di docenti specializzati per le attività di sostegno alle alunne e agli alunni con disabilità, per porre alla vostra attenzione alcune problematiche che investono la nostra categoria e che riteniamo possano avere delle gravi ripercussioni sulla qualità dell’inclusione scolastica di tutti gli alunni ed in particolare degli alunni con disabilità.
Ci rivolgiamo all’Osservatorio, e in particolare al comitato Tecnico scientifico costituiti di recente, per le competenze e le finalità istituzionali che questi organismi rappresentano.
Siamo docenti che oltre ad insegnare, in attesa di una stabilizzazione, curano la pagina social “ilprof.specializzato”, nata a seguito di diverse iniziative a marzo 2024, con l’obiettivo di ottenere maggiori assunzioni nel sostegno, organici adeguati, continuità didattica e per la valorizzazione della professionalità dei docenti specializzati e formati.
Grazie ad una mobilitazione su scala nazionale abbiamo ottenuto la norma che prevede assunzioni da GPS 1 fascia sui posti residui dopo le immissioni in ruolo da concorso. Una
vittoria importante che, al di là dei numeri, dimostra l’efficacia di un modello di reclutamento che attraverso un “doppio canale”, sempre in coda ai concorsi, consenta di rendere più efficiente la copertura dei posti vacanti, riducendo l’impatto dei contratti a termine.
Le nostre iniziative non si sono arrestate dopo questo primo traguardo e ci siamo ampiamente confrontati nella categoria in merito alla norma che prevede la conferma del docente di sostegno da parte delle famiglie e del dirigente scolastico, concludendo che si tratta di una misura non condivisibile.
Altissimo il rischio di introdurre meccanismi discrezionali nelle procedure di assunzione che riguardano una PA e conseguente messa in discussione della trasparenza che connota l’assegnazione delle supplenze dalle graduatorie provinciali. Si esautora il lavoro svolto in questi anni dal Ministero dell’Istruzione e dagli Uffici periferici sulla predisposizione di graduatorie valide, sui controlli dei titoli di accesso, sulla valorizzazione dei percorsi di specializzazione che danno accesso alla Prima fascia delle graduatorie. La misura proposta inoltre non risolve il problema principale ovvero la mancata continuità didattica nel settore del sostegno: la grande mole di posti in deroga (sono oltre 120 mila) determinano l’elevato numero di cattedre assegnate a supplenza, invece che a immissioni in ruolo.
Diverse iniziative si sono susseguite nei mesi successivi, sempre nel rispetto dello spazio democratico che abbiamo occupato, fino ad arrivare alla sesta iniziativa: il presidio del 3 Gennaio 2025, una grande manifestazione, dal titolo “MAI INDIRE MAI”. In contemporanea alla manifestazione di Roma anche a Palermo si è svolta una protesta.
Diversi coordinamenti – CDS (Comitato docenti di Sostegno), Idonei dei concorsi 2020 e 2023, SENT (Special Education and Teach) – coesi nella rivendicazione comune della difesa della qualità della Scuola italiana e della legittimità di una possibile stabilizzazione.
Al nostro fianco famiglie, rappresentanze degli studenti, associazioni di alunni con disabilità, diversi coordinamenti.
Ognuno evocando la propria storia e le proprie battaglie, e tutti insieme per creare un unico fronte comune dei precari, perché il futuro della scuola è nel cuore di tutti noi.
Docenti di fama come il Professor Ianes e il Professor Bocci, ci hanno supportato in interviste e divulgando articoli a sostegno delle nostre argomentazioni.
Diversi sindacati rappresentativi erano con noi: la FLC CGIL, la Gilda degli insegnanti e la UIL Scuola RUA.
In occasione del presidio del 3 gennaio scorso, una delegazione eterogenea di docenti e sindacati è stata ricevuta dai vertici del ministero, siamo stati ascoltati ancora una volta ma non abbiamo avuto alcuna risposta se non riguardo i tempi di attuazione dei corsi INDIRE (decreti attuativi in Febbraio e partenza dei corsi nella tarda primavera).
Perché siamo preoccupati e quali risposte aspettavamo?
Siamo inquieti perché così come sono concepiti i corsi INDIRE mettono a rischio la qualità dell’inclusione dei nostri alunni; svalutano la formazione degli insegnanti di sostegno; provocano una eccessiva saturazione del mercato del lavoro e una conseguente diminuzione delle opportunità occupazionali per chi ha seguito iter rigorosi e selettivi in Università italiane.
In tutti i settori lavorativi che richiedono elevate qualificazioni l’esperienza da sola non è sinonimo di qualità – dipende sempre da come la si fa l’esperienza – per questo non pensiamo siano sufficienti tre anni per poter ridurre a tal punto – in termini di tempo e di qualità – la specializzazione per le attività di sostegno (da 60 CFU con prove preselettive, esami intermedi, laboratori, tirocini e presenza obbligatoria a 30 CFU senza tutte le condizioni appena elencate).
Temiamo che i corsi INDIRE rappresentino una “sanatoria” per coloro i quali hanno ottenuto il titolo di specializzazione all’estero senza alcuna selezione, in Paesi dove il sistema scolastico è concepito in modo nettamente diverso rispetto al nostro.
Non additiamo i nostri colleghi, triennalisti e specializzati all’estero – comprendiamo il loro punto di vista – quindi non accettiamo di sottometterci a questo “divide et impera” che ci rende sempre più fragili come categoria.
Pensiamo sia lecito fare delle proposte che consideriamo condivisibili.
Se questi corsi fossero meglio concepiti – con almeno prove selettive; se avessero un peso formativo superiore ai 30 CFU e una durata non inferiore ai sei mesi; se fossero corredati da laboratori in presenza, esami intermedi e prevedessero un tirocinio; se fosse messa in atto una pianificazione territoriale tale da garantire un’offerta formativa rispondente al reale fabbisogno di insegnanti specializzati nei diversi gradi di istruzione e nei diversi territori – questo nuovo percorso non apparirebbe così come oggi si presenta: una sanatoria che rischia di abbassare la qualità della formazione dell’inclusione scolastica del nostro sistema di istruzione.
Chiediamo rassicurazioni sui punteggi attribuiti a questi percorsi nelle graduatorie, temiamo che chi si è formato con percorsi solidi e selettivi venga scavalcato da chi ha seguito altre scorciatoie.
Per chi conosce il sistema scolastico è evidente che se questi corsi saranno erogati senza una ragionata pianificazione e senza quei miglioramenti sopra elencati, essi rappresenteranno solo una fucina di precari inoccupati.
Coscienti del fatto che vi sia una forte volontà politica nell’attuazione di questi corsi, chiediamo pertanto il vostro aiuto – in quanto osservatori imparziali e tecnici dell’inclusione – per intervenire e incidere sui decreti attuativi, valutando la fattibilità delle soluzioni sopra evocate.
Non è giusto che gli alunni siano seguiti da docenti il cui unico criterio di selezione sia stato la reiterazione di un contratto di insegnamento per tre anni.
Non è accettabile che noi – che abbiamo scelto l’unico percorso regolare e selettivo – paghiamo il costo della annosa questione dei ritardi del Ministero nel riconoscimento dei titoli esteri.
Per questo ci appelliamo a Voi, che avete l’alto compito di vigilare sullo stato delle cose riguardo l’inclusione dei nostri ragazzi e saremmo onorati di poterci confrontare con Voi.
Distinti Saluti,
Claudia Saputo e Federica Voci de “ilprof.specializzato”.