L’ex portierone francese che a Viterbo aveva trovato l’amore e tanti amici, ha deciso ieri di farla finita
BESANÇON (Francia) – La morte di Anthony Basso ieri ha scosso diverse città italiane oltre naturalmente Besançon, cittadina francese incastonata tra le Alpi da dove era partito giovanissimo per intraprendere la carriera sportiva tra i professionisti del calcio.
Ieri mattina erano all’incirca le 6 del mattino quando il padre di Anthony lo ha trovato privo di vita.
Un ragazzo adorabile, forte fisicamente ma altrettanto debole e fragile mentalmente.
In Italia era arrivato dall’Auxerre. L’Udinese aveva puntato sul giovane talento transalpino. la competizione in serie A era dura e quindi il club friulano lo aveva mandato a farsi le ossa tra le categorie minori dei professionisti.
Alla Viterbese era arrivata grazie al direttore sportivo Gaetano Paolillo e al presidente brianzolo Jerry Aprea.
Alla guida di quella squadra, nella stagione 2001/2 c’era Rosolino Puccica. Team manager era lo storico Ferdinando Ciambella e al magazzino nasceva il mito di Paolo “borza” Garzia. In segreteria Domenica Palozzi. Medico sociale Mario Gobattoni. C’erano le prime telecronache con protagonista un giovanissimo Carlo Gobbino al microfono.
Quella stagione fu l’inizio del sogno sportivo di un’intera città grazie ad un gruppo meraviglioso di ragazzi che hanno fatto riempire il Rocchi tutte le domeniche. Martinetti, Mannucci, Santoruvo, Riccardo Bonucci e chi più ne ha ne metta.
Epiche partite contro squadre storiche del calcio italiano come Sassari Torres, Avellino, Catania, Taranto, Fermana, Chieti, L’Aquila, Ascoli, Pescara, Nocerina, Lodigiani, Fermana, Vis Pesaro, Castel di Sangro, Sora e Lanciano.
Poi il ritorno all’Udinese. Lui, che a Viterbo aveva trovato amore e felicità, aveva debuttato anche in Coppa dei Campioni, quella che oggi si chiama Champion League.
Aveva infatti sperimentato il piacere di intrappolare l’AS Monaco dove le stelle della squadra erano Adebayor, Evra o Meriem e si era goduto l’atmosfera degli scontri scozzesi contro il Celtic davanti a 60mila spettatori.
La fine carriera. Le difficoltà di tornare ad una vita normale. La sua intervista rilasciata ad un quotidiano francese dove raccontava di essere uscito dalla depressione e di aver ritrovato nuovi stimoli ed un nuovo lavoro.
Arriviamo a ieri quando la vita di Anthony Basso è stata spezzata da una maledetta corda che ha avuto la meglio sulle sue fragilità umane.
Lo conoscevamo bene e per questo soffriamo per la sua prematura scomparsa. Gli attestati di amore sui social ne sono la prova più evidente.