Latera – Villa Daniela, operatori sociosanitari “offenders”, l’analisi della criminologa Bardellino

“Lucidi nella reiterazione della violenza verso soggetti deboli e indifesi”

LATERA – Maltrattamenti, denutrizione e insulti nella casa di risposo Villa Daniela. Anziani non aiutati nei loro bisogni fondamentali, come mangiare e andare al bagno, ma piuttosto legati al letto con fascette da elettricista per non avere scocciature, o riempiti di calmanti e antidepressivi.

Sono 21 gli ospiti sottoposti a vessazione fisiche e morali da parte dei sei operatori sociosanitari coinvolti nell’inchiesta della Procura di Viterbo, tre dei quali finiti in carcere e tre sospesi dal lavoro.

Gli indagati finiti in carcere sono: Carmine Battiloro, 23 anni, di Pitigliano; Marinela Ciasar, 52 anni, di Marta e Mirko Tosi, 36 anni, di Tuscania.

Sospesi dal lavoro per un anno per interdizione dalla professione di operatore socio sanitario: Tommaso Curio, 59 anni, di Ischia di Castro, ed Eugenia Monelli, 31 anni di Grotte di Castro, mentre Domenico Renzetti, 49 anni, residente Onano, è stato sospeso dal lavoro per sei mesi.

Il più giovane degli operatori a commettere le brutali atrocità è appena 23enne, nelle sue azioni,  schiaffi in testa agli anziani, percosse e addirittura sputi.

Dialoghi quotidiani con i poveri invalidi fatti di bestemmie e pesantissime ingiurie fisiche e morali. “Zitta non servi a un cazzo, handicappata di merda” pronunciava augurando la morte a una di loro, e ancora “Questa deve crepà, non chi non rompe il ca…”.

Dello stesso tenore anche gli altri due arrestati, con Ciasar che apostrofava una paziente dandole della “maiala, merdosa, puttana e troia… mo ti lego (bestemmia)” comportamenti fatti di costrizioni nei letti e violente percosse contro le sbarre.

Infine l’altro operatore Mirko Tosi,  che in molteplici occasioni, ha tentato approcci sessuali verso una paziente 85enne utilizzando un linguaggio sessualmente esplicito e toccandola più volte nelle parti intime, anche con un bastone, in circostanze in cui era allettata e, in un’occasione, addirittura immobilizzata con i polsi legati al letto.

Sadismo, prevaricazione  e aggressività che possono assurgere sicuramente a disturbi di personalità che non attenuano tuttavia le  capacità volitive di indirizzare consapevolmente le proprie azioni verso l’orrore e il male” – è il primo commento della criminologa Tonia Bardellino, che prosegue, “oltre alle patologie comuni a tutti gli offenders di questa specie, come il disturbo antisociale e disadattivo controllo degli impulsi, (che non comportano infermità di mente), non nascondono nessuna patologia psichiatrica appaiono invece lucidi nella reiterazione della violenza verso soggetti tra l’altro deboli e indifesi” .

Nel caso di Tosi accusato di violenza sessuale.

“Mirko è affetto chiaramente da un disturbo parafilico, quindi da una parafilia, quei comportamenti sessuali atipici per i quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale. Pulsione vissuta di frequente come nel caso d specie in perfetta egosintonia ossia senza rimorso, empatia o senso di colpa“.

Sexual abuser

“I cosiddetti sexual abusers come Mirko segnalati alle autorità statali come abusatori di persone anziane residenti in strutture di cura sono in crescente aumento. La letteratura e la pratica forense sono concordi nel ritenere che la stragrande maggioranza di loro siano ben consapevoli delle loro fantasie, siano in grado in ogni momento di scegliere se resistere o lasciarsi andare ai propri impulsi parafilici. Siano in grado di programmare e decidere lucidamente il loro comportamento: possono in pratica metterlo in atto oppure fermarsi valutando con razionalità i pro e contro, le conseguenze dei loro atti, la loro responsabilità appena evidente.

Il problema di un eventuale vizio di mente in soggetti con tratti distintivi simili a quelli del giovane 36enne sembra porsi solo in pochi casi“.