Rugby – Il tuscanese Lorenzo Cemicetti (Piacenza) fa 100 presenze in serie A

PIACENZA – Quella disputata oggi pomeriggio al Beltrametti di Piacenza contro i campioni d’Italia del Petrarca Rugby è stata la sua 100esima partita nella massima serie italiana. Stiamo parlando del tuscanese Lorenzo Cemicetti, seconda linea, classe 1994 arrivato nella città emiliana nel 2019 e da allora divenuto uno dei punti di forza del quindici piacentino.

Un traguardo importante che viene da lontano. Lorenzo in pratica è nato con la pallaovale nella culla, il papà Walter è stato a lungo protagonista nella serie A (la massima serie del tempo) nelle fila della gloriosa Algida Roma, e lo stesso zio, Umberto, ha giocato, sempre come seconda linea così come Walter, con la maglia dell’Union Viterbo. Un predestinato, quindi, anche se non ha disdegnato di cimentarsi, sempre con ottimi risultati, anche in altre discipline come il lancio del disco.

“Quando ero piccolo il mio sogno era diventare giocatore professionista di rugby – confida Lorenzo, Cimicio per gli amici. Ho iniziato abbastanza tardi in under 16 a Viterbo per poi diventare capitano della selezione élite dei Lions Alto Lazio (Montevirginio – Civita Castellana e Viterbo). Su invito di alcuni amici della Lazio ho poi deciso di approdare in riva al Tevere e mettermi alla prova, pur sapendo che sarebbe stato molto sacrificio allenarsi nella capitale (partendo da Tuscania ndr)”.

Una decisione legata anche al mancato ingresso in Accademia?
“Sfortunatamente dopo aver fatto varie selezioni non mi presero perché mi dissero che non giocavo i campionati élite, questa cosa mi ferì moltissimo anche nell’orgoglio, e quasi per ripicca decisi di andare a giocare a Roma e di poter continuare a coltivare con quel sogno nel cassetto.

A Roma ho totalmente cambiato il modo di giocare avendo l’opportunità di avere una squadra under 18 di 54 ragazzi con l’importante stimolo psicologico di conquistarti la maglia ogni allenamento. Siamo arrivati quarti perdendo in semifinale contro i campioni d’Italia di quell’anno, ho dei bellissimi ricordi.

Giocare nella giovanile della Lazio avendo poi la prima squadra in top 10 ha fatto sì che all’età di 19 anni riuscissi a esordire contro i Cavalieri Prato con la prima squadra in Coppa Italia, grazie a Victor Jimenez.

Poi, per cause di forza maggiore, avevo l’esame di quinto superiore, decisi di fare un anno in serie B con il Viterbo per poter al più presto prendermi il diploma. Devo dire che è stata un’annata molto bella in quanto ho potuto giocare con tantissimi ragazzi a cui ancora oggi dopo tantissimo tempo sono molto legato”.

Dopo il diploma arrivò la chiamata del Prato in Top 10, poi una prima parentesi a Firenze (serie A e Top10) e poi all’estero, in Inghilterra nel Darlington Mowden Park, national 1, terza categoria inglese, prima di tornare in Italia di nuovo tra le fila del Firenze.
“Dove sono rimasto due anni e mezzo e per me è stata come una seconda casa, un’esperienza incredibile dove ho trovato amicizie per la vita che ritengo siano dei fratelli per me: mi porterò quel periodo bello stretto nel mio cuore. Peccato che a Firenze oltre che al cuore ci lasciai anche una spalla che nel 2019 mi operai e cambiai squadra.

Dopo l’operazione è stato difficile trovare società che mi volessero, le squadre vorrebbero sempre persone che stanno bene e non persone che stanno recuperando da un infortunio abbastanza brutto… Tra le varie proposte che mi arrivarono c’era la possibilità di venire a Piacenza che era appena salita in Top10 e dove giocava, ed era il capitano, un mio carissimo amico. Fu lui che si prese la responsabilità di garantire per me, disse che ero un ottimo gregario che faceva molta legna in squadra”.

Veniamo ad oggi, ormai sei un veterano.
“Sono sei anni che sono qua a Piacenza e il club è veramente una sorta di famiglia e questo è una cosa molto molto positiva in quanto qualsiasi problema si affronta faccia a faccia e si cerca di risolvere. Essendo un piccolo club che affronta un campionato così di prestigio ci ritroviamo ogni anno ad giocare in campionati veramente difficili e sempre molto duri a livello fisico in quanto la rosa non è mai così numerosa. Se a Firenze avevo trovato casa, amici e comunque mi sono divertito come se fossi stato un calciatore all’epoca di Bobo Vieri, a Piacenza ho trovato la mia casa dove ho costruito la mia famiglia insieme alla mia compagna Carlotta e al nostro fantastico Federico (due anni a marzo!). Dimenticavo. A Piacenza ho trovato anche la maturità di riprendere a studiare e a luglio 2024 mi sono laureato in Scienze motorie, adesso sto studiando per la magistrale con l’obiettivo di insegnare in qualche scuola”.

Cento presenze nel massimo campionato, c’è qualcuno che ti senti di ringraziare in particolare?
“Arrivare alla centesima presenze nella massima serie è per me un traguardo molto grande, in quanto mai nessuno a livello federale ha mai puntato su di me e ci sono arrivato solamente perché sono testardo. Se devo fare dei ringraziamenti, ringrazio in primis il mio papà per avermi portato sempre in tutte le selezioni , allenamenti e partite. Poi ringrazio mia mamma Loredana per avermi lavato tutti i vestiti che sporcavo per allenarmi, mio fratello Riccardo che mi ha fatto da secondo padre e, non da ultimo, la mia compagna che è stata sempre al mio fianco a sostenermi”.