Regione Lazio – Rifiuti, pubblicata sul Burl la “Individuazione degli Impianti Minimi” e non mancano sorprese

La dirigente Wanda D’Ercole ha inserito nel piano gli impianti TM dichiarati ormai da tempo non idonei e fuorilegge anche dall’Europa

ROMA – Non spaventatevi nel leggere questa frase latina: “Contra legem facit qui id facit quod lex prohibet; in fraudem legis vero qui, salvis verbis, legis sententiam eius circumvenit” che significa “Agisce contro la legge, chi compie un atto che la legge proibisca; agisce, invece, in frode alla legge chi, rispettandone le parole, ne aggiri il precetto“.

Questa dicitura, scritta secoli e secoli fa, calza a pennello con quanto letto sul Burl (Bollettino Ufficiale Regione Lazio) numero 8 pubblicato questa mattina con al suo interno la Deliberazione 23 gennaio 2025, n. 31 Deliberazioni Arera nn. 363/2021/R/rif, 7/2024/R/rif e 72/2024/R/rif. – Approvazione del documento recante “Individuazione degli Impianti Minimi“.

Di cosa parliamo esattamente. Ovviamente di rifiuti. In poche parole significa che è stato approvato il Metodo Tariffario Rifiuti (MTR-2) per il secondo periodo regolatorio 2022-2025, definendo i criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento nonché i criteri per l’individuazione degli impianti dei rifiuti “minimi” ossia impianti individuati come
indispensabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti.

Fin qui tutto nella norma. Andando a leggere però l’allegato scopriamo che la regione Lazio, o meglio la giunta regionale, ha inserito, su indicazione del dirigente ad interim Wanda D’Ercole che ha sostituito il precedente disastroso dirigente Vito Consoli, impianti considerati “fuorilegge” per il trattamento dei rifiuti.

Nel piano pubblicato degli “Impianti Minimi” sono stati inseriti ancora una volta i TM e cioè gli impianti di trattamento meccanico dei rifiuti che sono stati dichiarati non idonei al ciclo finale dei rifiuti raccolti nei cassonetti.

Impianti_minimi2025-478 illegali per tariffe arera

In barba a sentenze di ogni ordine e grado in questo elenco vengono inseriti gli impianti della E-Giovi  che dopo l’incendio non è ancora in gradi di chiudere la catena del trattamento dei rifiuti e la Ecosystem che invece non è ancora autorizzata alla trasformazione in TMB.

Nella lista dei non idonei troviamo anche l’impianto di Porcarelli Gino & Co. sul quale andrebbe aperto un capitolo a parte visto che è diventato riferimento della raccolta dei rifiuti di Roma e quindi in attesa di decisioni da parte del commissario del Giubileo che, se non andiamo errati, è l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Tra i non idonei c’è anche Refecta di Cisterna di Latina e la CSA di Castelforte. Quest’ultima al centro di feroci polemiche per la facilità con la quale accede ai servizi di conferimento e anch’essa in attesa dell’autorizzazione finale al trattamento meccanico biologico del rifiuto.

Come sia possibile che un ente pubblico come la regione Lazio possa consentire la pubblicazione di un documento del genere rimane un mistero. Così come è abbastanza sconcertante che gli impianti TM vengano continuamente utilizzati.

Giova ricordare all’assessore Ghera e a coloro che hanno apposto la propria firma su questo documento che, “l’invenzione” di inserire gli impianti fuorilegge TM per il trattamento finale del ciclo dei rifiuti fu della ex dirigente della Regione Lazio della direzione Ambiente, Flaminia Tosini, condannata recentemente in primo grado a sei anni di carcere insieme all’imprenditore nel settore dello smaltimento rifiuti Valter Lozza nell’ambito di una indagine sulla gestione di rifiuti in cui la procura di Roma contestava i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta.

I motivi che spingono i dirigenti di fede zingarettiana (riconfermati nella fiducia dall’attuale giunta) a continuare a non applicare la legge è un mistero che a questo punto può essere svelato solo ed esclusivamente dalla Procura di Roma che sta indagando da tempo sulla questione e che forse, speriamo, possa presto mettere fine a questo equivoco.