Dipendente dell’Ater Roma, distaccata alla presidenza della regione Lazio, lavora in “missione” nella Città di Traiano dove sembra svolgere le funzioni da direttore generale con tanto di autista
CIVITAVECCHIA – La città è piccola e la gente mormora. Anche in questo caso sono state proprio le chiacchiere ad accendere i riflettori sulla funzionaria dell’Ater di Roma Michela Pace.
La stazione di Civitavecchia è uno snodo cruciale della città. Partono e arrivano pendolari e crocieristi. I taxi fanno a gara per prendere quest’ultimi. Tra i tassisti, Ncc e autisti di enti pubblici e privati si conoscono praticamente tutti.
Così è iniziata a girare la voce sulla presenza sempre più frequente di una donna bionda che, scesa dal treno proveniente da Roma, sale sull’auto blu (si fa per dire visto che si tratta di un’utilitaria) dell’Ater di Civitavecchia ad inizio giornata e viene riportata sempre dallo stesso autista a fine lavoro in stazione per fare ritorno a casa in quel di Roma.
All’Ater quella presenza comincia ad essere ingombrante e invadente. La donna bionda con tanto di autista abbiamo scoperto essere Michela Pace.
La donna, funzionaria impiegata all’Ater di Roma è, dai tempi di Zingaretti, distaccata in servizio presso la presidenza della regione Lazio dove tutt’oggi opera con massima libertà.
Al momento, inspiegabilmente, viene inviata in “missione” all’Ater di Civitavecchia dove non è ben chiaro cosa vada a fare e di cosa si occupi realmente.
Per come è trattata e per come si muove, la signora Pace (in un recente passato attivista politica con Sel e vicina a Massimiliano Smeriglio) viene considerata una sorta di facente funzioni del direttore generale. Figura mancante in città dopo il licenziamento di Emiliano Clementi dove, guarda la coincidenza, la Pace ha giocato un ruolo attivo ben preciso (forse ambiva ed ambisce a questo posto).
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Gli impiegati dell’Ater di Civitavecchia hanno rumoreggiato parecchio, soprattutto per le indicazioni (ascoltate) che la Pace, di volta in volta, rivolge al commissario dell’ente Massimiliano Fasoli.
Dalle “soluzioni” di via Elcetina a Santa Marinella alla consegna dei 100 appartamenti (fantasma) alle famiglie bisognose.
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In molti si pongono delle domande:
Perché Michela Pace va sempre in missione all’Ater di Civitavecchia?
Perché la regione Lazio le consente di lavorare per un altro ente con la scusa della “missione”?
Qual è il compito al quale è comandata più volte al mese la signora Michela Pace?
Perché ha fatto pressioni sul commissario Massimiliano Fasoli per far assumere a tempo determinato un nuovo tecnico all’Ater di Civitavecchia?
Che ruolo sta avendo sui progetti multimilionari del PNRR che, nonostante siano stati lasciati in eredità pronti per iniziare, sono ancora fermi?
I malumori crescono e il ruolo della donna è poco chiaro. Di ipotesi se ne fanno molte ed alcune sono davvero inquietanti per il mondo dell’edilizia popolare civitavecchiese.
Nel frattempo le case non ci sono. I progetti sono fermi. I lavori a via XVI Settembre sono ancora lontani e il ruolo di Michela Pace non fa altro che esasperare gli animi di chi vede l’ente come una sorta di azienda non più pubblica ma privata.
Anzi, proprio in questi giorni stanno girando documenti che riguardano i familiari di Michela Pace e su un certo loro iper-attivismo immobiliare molto fruttuoso grazie ai beni comprati (regolarmente) dalle varie Ater romane (ma di questo parleremo più avanti).
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