La donne è la moglie dell’ex ministro Paolo Baratta. Strattonata e minacciata in casa
ROMA – Era un pomeriggio di inizio ottobre quando l’ ottantacinquenne poetessa Gemma Bracco è stata vittima di una truffa pericolosamente degenerata in una violenta rapina e che ha fruttato oltre tre milioni di euro ai malviventi. La vittima è, moglie dell’ex ministro Paolo Baratta, che durante la sua carriere politica fu ministro per l’Ambiente, ministro del Commercio con l’Estero, ministro dei Lavori Pubblici, ministro per il Riordino delle partecipazioni statali e presidente, dal 1998 al 2001 della Biennale di Venezia.
Tutto è iniziato il 4 ottobre, quando la poetessa viene contattata da un finto avvocato che esordisce al telefono: «Si sieda perché le devo dare una brutta notizia». Si tratta del “finto incidente” che avrebbe coinvolto la figlia a Venezia, con una persona ricoverata in ospedale in gravi condizioni e la richiesta di 6.500 euro per risarcire la persona investita.
Mentre la signora parlava al telefono fisso un maresciallo dei Carabinieri la chiamava sul telefono cellulare dicendo che la figlia si trovava in stato di fermo in caserma. Stratagemma utilizzato per impedire alla vittima di avvertire familiari o altri in suo soccorso durante la richiesta di denaro.
La signora pressata dalle richieste e dalle intimidazioni consegnare quanto richiesto, a titolo di risarcimento per “liberare” la figlia in caserma. I complici della banda arrivano dopo poco in casa ma non si fermano alla prima visita.
Mentre il finto maresciallo le intima di non contattare altri familiari e di far aspettare un’ospite che le aveva fatto visita al piano superiore, le richieste di denaro e preziosi continuano da parte di una serie di persone che continuano a bussarle a casa. La situazione è peggiorata quando ha cercato di forzarla ad aprire la cassaforte. Consapevole del raggiro, la donna ha tentato di resistere, ma è stata minacciata: «Ti spezzo in due, ti butto di sotto». Uno dei truffatori dopo aver messo a soqquadro l’appartamento in cerca di preziosi la prende per un braccio e la scaraventa violentemente contro una sedia. L’accanimento continua e la donna stremata arriva anche a riempire una borsa di argenteria e scendere in strada per consegnarla ai malviventi. Quando i malviventi si dileguano, dopo essere riusciti a portarle via oltre tre milioni di euro tra denaro in contanti, gioielli, lingotti d’oro e argenteria, la signora chiama la figlia che si precipita in casa. Dopo aver capito cosa era successo le due donne avvisano la polizia e sporgono denuncia. Grazie alle telecamere di videosorveglianza della palazzina partono le indagini della procura di Roma, e gli investigatori riescono a individuare uno dei complici che aveva bussato più volte a casa della signora e l’aveva minacciata e rapinata. SI tratta di un 35enne del Napoletano, già noto alle forze dell’ordine, la sua foto e le sue generalità sono venute fuori dalla banca dati della Questura. Le analisi del telefonino e dei suoi spostamenti lo avrebbero definitivamente incastrato, gli agenti dopo averlo individuato lo hanno arrestato e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, con l’accusa di rapina aggravata. Le indagini ora proseguono alla ricerca dei complici e possibilmente dell’ingente refurtiva, gioielli e lingotti potrebbero aver già preso le strade della ricettazione.