L’articolo di Federico Meli per la rubrica “Psicologia quotidiana”
VITERBO – Nel corso dell’evoluzione, l’essere umano ha sviluppato un’arma che lo distingue dagli altri animali: la capacità di consapevolezza e riflessione. Mentre nel regno animale la reazione a una minaccia è istintiva e triplice-attacco, fuga o blocco-noi possiamo scegliere una quarta via: la comunicazione efficace. Questo non significa rinunciare al nostro punto di vista o cedere, ma anzi, trovare il modo migliore per farlo valere senza perdere di vista l’obiettivo iniziale.
Il meccanismo istintivo e il superamento consapevole
Quando percepiamo un attacco, il nostro cervello attiva immediatamente risposte automatiche:
Attacco: reagiamo con aggressività, alimentando un’escalation di scontro.
Fuga: evitiamo il confronto, rinunciando di fatto a far valere il nostro punto di vista.
Blocco: restiamo paralizzati, incapaci di rispondere.
Questi meccanismi, seppur naturali, raramente portano al raggiungimento dei nostri obiettivi, specialmente in un contesto sociale o professionale. Ecco perché la nostra vera forza sta nel bypassare questa prima reazione istintiva e rispondere in un secondo momento con assertività.
L’assertività: la vera arma per ottenere ciò che vogliamo
Rispondere con assertività non significa rimanere passivi di fronte a un attacco, ma piuttosto scegliere consapevolmente quando e come rispondere per evitare che la discussione degeneri in un semplice scontro di forze. Spesso, infatti, il problema centrale si perde nel meccanismo attacco-contrattacco, facendo deragliare la conversazione su temi secondari o trasformandola in un conflitto personale.
La comunicazione efficace ci permette di rimanere focalizzati sull’obiettivo, mantenendo il controllo della situazione. In questo senso, è uno strumento sanamente egoistico: non ha un valore etico intrinseco, ma è funzionale a farci ottenere ciò che desideriamo senza cedere agli istinti primordiali.
La responsabilità delle nostre scelte
Questo non significa che dobbiamo sempre evitare le reazioni istintive. Possiamo scegliere di attaccare, fuggire o bloccarci, ma dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze. Se l’obiettivo è affermare il nostro punto di vista in modo efficace, allora l’attacco, la fuga o il blocco non sono strumenti funzionali (specialmente nel mondo occidentale)
La psicologia ci insegna che non esiste un giudizio etico nelle nostre azioni: ciò che conta è la loro funzionalità rispetto al risultato che vogliamo ottenere. La comunicazione efficace, in questo senso, non è una rinuncia, ma un potenziamento: un modo per guidare il confronto anziché subirlo.
Saper padroneggiare questa abilità significa scegliere consapevolmente come rispondere alle situazioni difficili, trasformando i conflitti in opportunità e portando avanti i nostri interessi con intelligenza. E, alla fine, non è forse proprio questo il vero potere?
Federico Meli