Si va da un minimo di 3.225,50 a un massimo di 22.351,52 euro
TARQUINIA – Si estendono da Sant’Agostino, che confina con Civitavecchia, fino a Marina Velca e località Spinicci che sono vicine a Montato di Castro.
Sono i 43 titolari di concessione marittima che fanno parte del Comune di Tarquinia: in parole povere quasi tutti stabilimenti balneari ai quali si aggiungono un paio di associazioni sportive o private che vengono ospitate su un tratto di spiaggia (come ad esempio la Fipsas, il Gruppo sportivo pescatori Porto Clementino e il Vela Club Tarkna).
Ben 43 attività che occupano buona parte del la costa tarquiniese e che in estate, quando in molti si riversano sul litorale, costituiscono una delle voci economiche di maggior peso all’interno del comparto turistico.
Tra ombrelloni, bar, pizzerie, tavole calde e ristoranti gli stabilimenti balneari generano introiti a molti zeri ma assicurano alle casse dello Stato, tramite il canone demaniale, una cifra quasi irrisoria.
L’esempio di Tarquinia va di pari passo al dato nazionale e per confermarlo basta analizzare il documento approvato nelle scorse ore dal Comune. Tra le pagine è presente una scheda riepilogativa predisposta dall’Ufficio Demanio che contiene le informazioni sulle concessioni demaniali marittime in essere al 31 dicembre 2024.
Il canone demaniale del 2024, che per legge non deve essere inferiore alla cifra “monstre” di 3.225,50 euro a stabilimento, per Tarquinia è di 218.356,75 euro totali. In media, diviso 43, la “bellezza” di 5.078,06 euro a stabilimento.
Si va dal minimo di legge, 3.225,50 euro, che pagano attività come il Saint Tropez a Marina Velca, gli stabilimenti Falcioni e Las Vegas a Tarquinia lido e il campeggio Europing in località Spinicci fino ai 22.351,52 che paga lo stabilimento Tamurè, storicamente quello che gestisce il tratto di spiaggia più grande.
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