Ferita al cuore di Viterbo in una piazza centralissima ma “fuori dai radar”, ormai ostaggio di spacciatori, bulli e “nuove generazioni”
VITERBO – Non c’è limite al peggio per il povero centro storico della Città dei papi, luogo che meriterebbe unicamente di essere presente sulla cronaca internazionale per le sue infinite magnificenze, per il palazzi storici e i luoghi d’arte che ospita ogni strada di quel dedalo che rappresenta il cuore della città.
Nel centralissimo Largo Marconi, tuttavia, gli occhi dell’amministrazione, della polizia locale e delle altre forze dell’ordine, sembrano chiudersi. Qui, all’ombra di uno degli edifici più belli della storia recente della città di Viterbo – il palazzo ex sede della Banca d’Italia, ora caduto in disuso – c’è una zona che gli stessi residenti del centro faticano a frequentare quando sono da soli. Murales su ogni lato, scritte sui portoni, erbacce incolte da mesi, guano di piccione ed escrementi canini (e non) e residui di atti vandalici a non finire sono in bella mostra tra le vie del commercio locale: Via Marconi e Corso Italia, un tempo “il salotto buono” del capoluogo della Tuscia.
“Tenere in ordine questa piazza sembra un’impresa impossibile – racconta un residente – qui la sera diventa un ritrovo per gente poco raccomandabile, ci sono spacciatori, clienti e gruppetti di ragazzini decisamente poco educati che hanno trasformato Largo Marconi non solo nel loro ritrovo, ma nel loro bagno personale, basta guardare gli angoli della piazza per rendersene conto”.
Eppure, in questo piccolo spazio, si trova uno dei pochissimi parcheggi dedicati ai residenti. Un luogo che dovrebbe essere tenuto in ordine, ben illuminato e sotto stretta sorveglianza.
“Anche per questo andrebbe recuperata la Banca d’Italia – ci spiega un commerciante – Quando qui ancora c’erano uffici attivi e il via vai delle persone era grande, la piazzetta era tenuta molto meglio, anche la sera, perché c’era sempre qualcuno della vigilanza che transitava avanti e indietro. Oggi invece è tutto abbandonato, ci sono scritte che sono su quei muri da anni e i proprietari si sono stufati di toglierle perché verniciare costa e vedere nuovi murales il mattino dopo è sfiancante”.
Come spesso accade, il dito di molti cittadini punta come sempre verso l’amministrazione (quella corrente, guidata da Chiara Frontini). Tuttavia, è bene sottolineare come la questione degrado, in particolare in questo spiazzo, vada avanti da molti anni. Di sicuro, il problema di base non è unicamente rappresentato “dall’assenteismo del Comune”, ma anche da una maleducazione dilagante che si trasmette tra le nuove generazioni e tra i volti noti della “microcriminalità viterbese”, caratterizzata da vandalismo, spaccio e atti di bullismo nei confronti di molti residenti e cittadini per bene. Un problema importante, che andrebbe oltremodo affrontato nelle adeguate sedi, nelle scuole e nelle piazze con incontri tra enti pubblici e cittadini stessi.
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