Le battute di sprecano, ma il degrado resta in un quartiere che meriterebbe maggiori attenzioni da parte degli enti pubblici (Ater e amministrazione in primis)
VITERBO – “Viva la patata e il Duce”. Un’affermazione che potrebbe indubbiamente suscitare ilarità, magari strappare anche un sorriso, se non fosse per il fatto che al Murialdo, i giovani sembrano ormai aver completamente dimenticato il significato di “civiltà” ed “educazione”.
La scritta, presentatasi su un muro di via della Pila, è ancora una volta sorta nei pressi dell’oratorio della Chiesa del Murialdo. Un luogo altamente frequentato da giovani, famiglie e anche giovanissimi. La situazione, come già avevano purtroppo ben rendicontato le svastiche e gli altri inni al fascismo alla Fontana a Sfera e gli altri simboli nazisti sparsi qua e là nel quartiere, come anche nel parco dei bambini di via Monti Cimini (e mai rimossi dall’amministrazione), restano un chiaro segnale di come il degrado stia crescendo nel quartiere, dimenticato dalle amministrazioni del Comune di Viterbo.
Tra promesse infrante e parole date mai rispettate, sono molte le aree del Murialdo che meriterebbero maggiore considerazione da parte degli enti pubblici in primis. Muri pericolanti in Via della Pila, palazzi di edilizia popolare circondati da buche, topi e aree fatiscenti, parchi giochi nel totale abbandono con fili elettrici ad altezza bambino e pericolose voragini, strisce pedonali semitrasparenti e furti nelle case… la lista delle cose da sistemare sarebbe lunghissima, ma i cittadini ribadiscono come la problematica principale sia l’assenza delle istituzioni.
In molti, dopo i murales sulla fontana e i furti nelle case, chiedono al Comune e alla sindaca Chiara Frontini di installare delle telecamere, magari in prossimità anche dell’incrocio tra Via della Pila e Via Caduti del IX Stormo, trasformata in senso unico per l’installazione della pista ciclabile ma di fatto ancora a doppio senso a causa degli incivili che ignorano i cartelli, rischiando giornalmente incidenti e investimenti nei pressi dell’oratorio.
Una situazione di abbandono vero e proprio, ma che – purtroppo – cominciano a caratterizzare i sempre più numerosi “angoli bui” di Viterbo.