Bolsena – Insediamento sommerso del Gran Carro, riemergono anellini, elementi per la filatura e aghi

I ritrovamenti durante le operazioni di pulizia in corso in questi giorni

BOLSENA – Vanno avanti, in queste settimane, le importanti attività di tutela da parte del Servizio di archeologia subacquea della Soprintendenza, in collaborazione e con l’assistenza dell’Aliquota Carabinieri subacquei di Roma, finalizzate alla messa in evidenza e pulizia di alcune aree dell’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro.

Queste ultime verranno destinate al percorso subacqueo di prossima apertura grazie ai fondi stanziati nell’ambito del Pnrr-Caput Mundi.

“Nonostante la scarsa visibilità di questo periodo dell’anno – fanno sapere dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale – e la temperatura fredda dell’acqua (8-9 gradi), questa cooperazione ha permesso di velocizzare e ottimizzare i tempi per la pulizia del fondale, documentazione, e scavo, garantendo la sicurezza degli operatori anche attraverso l’utilizzo delle attrezzature necessarie”.

A seguito della raccolta di teli e rifiuti accumulati sul fondale si è proceduto ad asportare il limo di superficie in alcune zone, mettendo in luce la superficie antica ancora conservata da mantenere quanto più possibile pulita in vista dell’apertura ai visitatori.

Una parte dello strato più superficiale è stato asportato anche tramite l’utilizzo di una sorbona a bassa potenza, per evidenziare meglio il vasellame ancora conservato e le travi in legno relative alle strutture crollate nel corso del IX sec. a.C.

“Come in altre aree dell’insediamento sommerso – concludono dalla Soprintendenza -, tra i resti delle antiche abitazioni sono presenti numerosi reperti in metallo, tra cui anellini, elementi per la filatura, aghi, che sono stati raccolti per quadranti e messi in sicurezza, così da scongiurare eventuali azioni clandestine, contribuendo così alla salvaguardia di uno dei contesti della prima età del Ferro meglio conservati in Italia”.

L’assistenza in superficie è stata garantita anche grazie all’ausilio della motovedetta dei Carabinieri della Stazione di Bolsena.