Il Mase ha 120 giorni per esprimere le proprie considerazioni sulla realizzazione del parco da 80 ettari a poca distanza da quello già esistente
TARQUINIA – Si accendono nuovamente i riflettori sul nuovo agrivoltaico in località Pian D’Organo.
Il progetto prevede la realizzazione di un’oasi agrivoltaica per la salvaguardia della biodiversità e il miglioramento fondiario, di potenza nominale di 87,3868 MWp, su una superficie complessiva di oltre 80 ettari nel Comune di Tarquinia. Il tutto a poca distanza da quello già esistente nella stessa località.
A dicembre 2023 la Regione Lazio, con una lettera recapitata al ministero dell’Ambiente e alla Commissione tecnica Pnrr-Pniec, ha espresso un parere estremamente negativo sulla possibile costruzione dell’opera.
“L’impianto ricade totalmente nella Zona di protezione speciale (Zps) ‘Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate’ – si legge nel documento -. Si ritiene che l’occupazione di suolo legata alla realizzazione dell’impianto comporti una significativa sottrazione di habitat di specie in relazione alle specie legate ad ambienti aperti, con particolare riferimento per quelle, come il falco pecchiaiolo, il nibbio bruno, il nibbio reale, il biancone e l’averla piccola, che cacciano in zone aperte e nidificano su alberi o cespugli, e di tutte le specie legate alle pseudosteppe e ai prati aridi come l’occhione, il calandro, la calandra e la calandrella”.
A gennaio 2024 la Sun Legacy, titolare del progetto, ha ribattuto con una serie di controdeduzioni a cui i soggetti interessati non hanno mai risposto.
La società romana ha dunque presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio spiegando che il procedimento sarebbe entrato in una ingiustificata fase di stallo, che dura praticamente da un anno, durante cui il Mase non avrebbe proceduto ad acquisire tutti i pareri di competenza delle varie amministrazioni coinvolte. Sempre la società ricorrente ha lamentato l’illegittimità del silenzio serbato dal ministero sull’istanza di Via.
Il 18 dicembre 2024 la causa è stata discussa dal Tar che ha accolto il ricorso della Sun Legacy.
“Il collegio – si legge nella sentenza – ritiene congruo assegnare al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica il termine complessivo di 120 giorni per adottare le relative determinazioni finali, previo esperimento di tutti gli eventuali rimedi accordati dall’ordinamento per superare eventuali dissensi o ritardi dipendenti dalle altre amministrazioni coinvolte a vario titolo nel procedimento in parola”.