Grazie all’intervento del garante dei detenuti Salvatore Anastasia, Diego Mazzarini è stato trasferito d’urgenza in un’altra struttura
VITERBO – Nel carcere viterbese Mammagialla (oggi ribattezzato “Nicandro Izzo“) continuano a consumarsi pestaggi e aggressioni di una violenza inaudita.
Questa volta, la vittima è una persona molto conosciuta a Civitavecchia: Diego Mazzarini, classe 1973, bodybuilder alto quasi due metri con un fisico imponente, rimasto vittima di due brutali pestaggi negli ultimi giorni all’interno della casa circondariale viterbese.
Mazzarini era entrato nella casa circondariale di Civitavecchia il 27 novembre dello scorso anno per scontare un residuo di pena di 14 mesi. Dopo una discussione con un agente della polizia penitenziaria, è stato trasferito al Mammagialla di Viterbo.
La mattina del 15 febbraio, secondo quanto denunciato dai familiari ai Carabinieri, è stato vittima di una violenta aggressione da parte di un numero imprecisato di detenuti armati di spranghe e oggetti contundenti. Il pestaggio è durato diversi minuti, lasciandolo con gravi lesioni: fratture alla mandibola e al mascellare, ferite lacero-contuse, tumefazioni estese e sintomi neurologici.
Portato in isolamento, ha avuto un malore nella notte ed è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Belcolle, dove è stato sottoposto il 18 febbraio a un intervento chirurgico maxillo-facciale. Intervento reso necessario per ridurre le fratture scomposte con l’applicazione di placche e viti.
Dimesso e riportato in carcere il 10 marzo, ha subito un secondo pestaggio il 18 marzo, riportando nuove ferite alla testa. Solo grazie all’intervento del garante dei detenuti Salvatore Anastasia al quale si sono rivolti i familiari, è stato disposto un trasferimento d’urgenza in un’altra struttura, per evitare conseguenze letali.
Ci si interroga ora sul perché nessuno sia intervenuto in sua difesa durante entrambi gli episodi. Come è possibile che la polizia penitenziaria non abbia garantito la sicurezza di un detenuto noto per la sua vulnerabilità? Quali dinamiche interne possono giustificare tale violenza e, soprattutto, tale impunità?
Altri episodi di violenza nel carcere di Viterbo
Il caso di Diego Mazzarini non è isolato. Negli ultimi anni, il carcere di Viterbo è stato più volte al centro di gravi denunce per maltrattamenti, pestaggi e perfino morti sospette.
L’associazione Antigone, che da anni monitora la situazione nelle carceri italiane, ha definito Mammagialla come uno degli istituti più problematici del Paese.
Nel 2023, una loro visita ha rilevato molti casi di isolamento punitivo, detenuti con segni di percosse, trattamenti inumani e una sistematica negazione dei diritti fondamentali. È stato sottolineato come all’interno dell’istituto viterbese non vengano installate telecamere nelle aree sensibili, rendendo impossibile documentare eventuali abusi.
Un’inchiesta di Repubblica ha riportato che negli ultimi anni sono stati aperti numerosi fascicoli per presunti pestaggi da parte della polizia penitenziaria, spesso archiviati per mancanza di prove – anche per via dell’assenza di filmati e testimonianze dirette, in un clima di paura generalizzato.
Tra gli episodi più gravi:
- Nel 2022, la morte sospetta di un detenuto, ufficialmente per cause naturali, ma che presentava evidenti segni di percosse secondo la famiglia.
- Nel 2021, il caso di un giovane detenuto straniero che ha denunciato un pestaggio nel reparto isolamento, poi ricoverato in ospedale con fratture multiple.
- Su YouTube e social media sono presenti diverse testimonianze di ex detenuti e familiari che parlano di “cella zero”, ovvero una zona non ufficiale dove avverrebbero pestaggi lontano da occhi indiscreti.
Infine, l’associazione Yairaiha Onlus ha più volte segnalato le gravi condizioni sanitarie e psicologiche dei reclusi a Mammagialla, spesso aggravate dalla mancanza di controlli esterni efficaci e da un clima di impunità diffusa.