Con un lunghissimo impegno cominciato nel 1973, il presidente uscente ricorda i tantissimi obiettivi messi a segno dalla sua gestione
MONTEFIASCONE – Un’esperienza lunga, ricca di riconoscimenti e incarichi di altissimo livello per il presidente e direttore uscente della Cantina Sociale Mario Trapè, che si conclude dopo ben mezzo secolo lasciando in eredità un complesso vitivinicolo tra i più importanti del Lazio e casa dell’Est Est Est, rinomato anche oltreconfine.
Nell’ultima assemblea con i soci, Trapé aveva ricordato il suo impegno: “Sono entrato nel 1973. Avevo da tempo comunicato che nel 2025 sarei uscito e lascio oggi un’azienda dal patrimonio solido che comprende terreni e fabbricati, comprendente circa due ettari situati sul fronte stradale della Cassia Roma – Siena. Ricca di un’area area camper, indicata sul piano regolatore, e di un bar chiosco. Si tratta di un’area attrezzata e sempre piena con i camperisti si recano al punto vendita ad acquistare il vino”.
Un patrimonio che Mario Trapè ha sanato completamente, curandolo negli anni e nel totale rispetto delle leggi e delle norme nelle sue lunghe esperienze di sindaco di Montefiascone. Una rarità considerato che molte cantine, anche ben note, hanno invece dovuto chiudere i battenti per fallimento al momento della vendita, quando in vari casi sono emersi casi di abusivismo davanti al notaio.
“La cantina ha fatto enormi investimenti – spiega Trapè – tutti con contributo dal settore vinificazione e scarico delle uve con nuove presse, torchi, silos in acciaio. Nel settore imbottigliamento è stata inserita una nuova riempitrice e una nuova sciacquatrice ed etichettatrice. Importante è stato anche allestire il punto vendita, dove si possono degustare ed acquistare i vini. C’è un’enorme presenza di visitatori, con tanti pullman”.
La Cantina Sociale è di fatto una realtà florida, dove la produzione di vino e la gestione oculata di Trapè ne hanno permesso una crescita concreta, influenzando anche positivamente il turismo locale montefiasconese, attirando visitatori e clienti da tutta Italia e oltre.
Trapè, inoltre, smentisce categoricamente le voci circa la situazione debitoria. “Non è affatto vero della situazione debitoria – continua – La cantina ha i conti in ordine e un mutuo trentennale acceso nel 2008, di cui sono state pagate parecchie rate. Quest’ultimo è stato utilizzato per acquistare la cantina nella sua interezza. L’altro debito è costituito della perdita della produzione dell’annata agraria 2023, che è stata in tutto il territorio colpita dalla malattia della vite. Perdita, tuttavia, coperta dalla riserva di utili accantonati e che potrà essere sicuramente appianata con la vendemmia 2024, che ha avuto una resa abbastanza elevata”.
Per il presidente uscente, la Cantina Sociale deve proseguire a tutti i costi sulla strada già tracciata e per farlo non manca di mettere a disposizione la sua stessa persona: “Il sottoscritto sarà sempre a disposizione trasferendo l’esperienza e le conoscenze. Non sarà il mio un atteggiamento di protesta o polemiche, ma sarà una collaborazione propositiva”.
Tanti, infine, gli obiettivi centrati nell’ultimo periodo dell’attività di Mario Trapè all’interno della Cantina Sociale, tra cui gli investimenti, come l’acquisto dei circa 30 silos per vini bianchi, 8 per vini rossi, un’autoclave per la spumantizzazione. Macchinari acquistati in base al bando della Regione Lazio con il contributo del 40% a fondo perduto, con la delibera del Consiglio d’Amministrazione e che, insieme all’agronomo, venivano presentati all’ispettorato agrario.
Tra le altre opere portate a segno, anche l’incontro con un’azienda per la vendita e distribuzione dei vini della cantina in tutta la zona di Roma per quanto riguarda trattorie, enoteche e ristoranti.
“Ho sempre tentato di fare da calmiere portando il valore delle uve ad un prezzo a cui anche gli stessi commercianti si devono adeguare – conclude Trapè – Ho cercato sempre di razionalizzare gli spazi dei fabbricati affittandoli con le relative concessioni urbanistiche: consorzio agrario, Confagricoltura, coltivatori diretti, associazione dei sindacati inerenti agli scopi della cantina sociale”.