Tra i nomi degli indagati spiccano quelli del contrammiraglio Gianfranco Annunziata, l’Ammiraglio Pier Federico Bisconti e l’Ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini
CIVITAVECCHIA – Una maxi inchiesta della Procura di Genova scuote la Guardia Costiera e tocca anche vertici militari della Capitaneria di porto di Civitavecchia. Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore Nicola Piacente e dal pm Walter Cotugno, vi sono sospetti di corruzione e una gigantesca frode in pubbliche forniture ai danni del Ministero delle Infrastrutture.
Sotto la lente degli inquirenti, come racconta oggi “Il Fatto Quotidiano” nel servizio a firma di Vincenzo Bisbiglia e Marco Grasso, viaggi gratuiti o scontati su traghetti per Sicilia e Sardegna, offerti a ufficiali della Guardia Costiera, in cambio – è l’ipotesi – di favori e controlli ammorbiditi nei confronti delle navi del gruppo armatoriale Onorato, che include le compagnie CIN, Moby e Toremar.
La Compagnia Italiana di Navigazione (CIN), amministrata oggi da Achille Onorato (indagato e AD di Moby Spa), avrebbe fatto navigare traghetti con motori vecchi, inquinanti, fuori norma – in alcuni casi perfino manomessi o alterati – ottenendo un indebito vantaggio economico sul contratto pubblico per il collegamento marittimo con Porto Torres. Per questo, ieri, la Procura ha disposto un sequestro preventivo da 65 milioni di euro.
Ma è sul fronte dei “viaggi a scrocco” che emergono particolari inquietanti. A ricevere biglietti omaggio o con forti sconti, spesso comprensivi di cuccetta e posto auto, sarebbero stati numerosi alti ufficiali, alcuni in servizio proprio nella sede di Civitavecchia, tra i principali snodi dei controlli sulle navi del gruppo Onorato.
Tra i principali indagati:
- Contrammiraglio Gianfranco Annunziata, ex capo ufficio per la politica militare del Ministero della Difesa, considerato dagli inquirenti tra i promotori del sistema dei “biglietti facili”: per lui si contano 29 biglietti, per un valore di 8.191,79 euro.
- Ammiraglio Pier Federico Bisconti, già vicesegretario generale della Difesa, in pensione da febbraio: 12 biglietti, 2.302,79 euro.
- Ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini, attualmente comandante della Capitaneria di porto di Venezia: 8 biglietti, 1.726,92 euro.
E, soprattutto, i vertici operativi della Capitaneria di Civitavecchia:
- Enrico Lisiola, capo dei nostromi: biglietti per un valore di 1.945,64 euro.
- Fabio Vuolo, nostromo: 16 biglietti, 3.357,57 euro.
- Edoardo Volo, altro ufficiale in servizio a Civitavecchia: 11 biglietti, 908,70 euro.
Altri ufficiali, come Aldo Tragiani, Emanuele Bonafede, Pier Federico Landi e Beatrice Lavorenti, avrebbero beneficiato di uno o due biglietti a testa, ma sono comunque citati nell’inchiesta.
Nel complesso, i magistrati contestano 87 biglietti, di cui alcuni totalmente gratuiti e altri scontati nelle tasse e diritti portuali, per un totale di 19.817,41 euro.
L’inchiesta solleva interrogativi pesanti sull’integrità delle istituzioni preposte al controllo della sicurezza marittima e apre un fronte delicato sui rapporti tra armatori e pubblica amministrazione. La figura dell’armatore Vincenzo Onorato risulta estranea all’indagine, mentre il figlio Achille ha ricevuto un avviso di garanzia.