Bagarre social, l’ennesima, al seguito della nuova inaugurazione dell’infopoint Francigena avvenuta ieri
VITERBO – Sono immancabilmente volati stracci sulla Via Francigena tra l’ex sindaco Giovanni Arena e la delegata “ai pellegrinaggi” Alessandra Croci al seguito dell’inaugurazione dell’InfoPoint Francigena avvenuta ieri in via Ascenzi.
Come ha giustamente ricordato Arena, già la sua giunta nel 2021, grazie all’impegno dell’allora assessore al Turismo Marco De Carolis, il punto informativo era stato inaugurato. “Nel 2021 fu l’amministrazione Arena ad inaugurare il punto informativo in via Ascenzi con la Regione Lazio – scrive l’ex primo cittadino via social – l’associazione europea delle vie Francigene e la gestione fu affidata al C.A.I. (Ente pubblico non economico), grazie all’impegno dell’assessore De Carolis, con il quale collaborò anche la consigliera Alessandra Croci. Oggi si ripropone una nuova inaugurazione sempre negli stessi locali. Siccome non c’è due senza tre, il prossimo sindaco provvederà alla terza inaugurazione dell’info point”.
Una battuta che non è andata giù alla consigliera delegata alla promozione della Via Francigena Alessandra Croci, che ha immediatamente risposto dando vita a una piccola bagarre.
“Carissimo Giovanni Giovanni Maria Arena – scrive Croci – I fatti non sono proprio come li descrivi i perché sai perfettamente che quel luogo è di proprietà della regione Lazio e che il CAI lo ha utilizzato come sede sociale senza averne titolo. Altrettanto sai che è stata lasciata a questa amministrazione una parte debitoria di affitti non pagati che si aggira sui 150.000€ ed altre cose che non mi sembra opportuno vengano dette tramite i social. Sai altrettanto che questo è un nuovo punto di accoglienza completamente ristrutturato tramite un progetto finanziato dalla regione Lazio e che è stato aggiunto un baby pit stop quindi le tue parole sono fuorvianti e per niente veritiere”.
Immediata la risposta di Arena, punto sul vivo. “Alessandra Croci – ha risposto l’ex sindaco – il titolo lo aveva in quanto ente pubblico senza fini di lucro, se lo usava come sede sociale era sicuramente in errore, Anche noi avevamo ristrutturato i locali con i fondi della regione Lazio. Il baby pit stop lo avevamo posizionato alla pensilina. Con il tuo attaccamento esagerato alla via Francigena rischi di essere troppo di parte e fare dichiarazioni fuorvianti e per niente veritiere”.
Alessandra Croci, intervenendo ulteriormente, ha infine concluso la discussione (per ora) ribadendo che: “Il baby pit stop era completamente un magazzino”.