VITERBO – La morte di Papa Francesco non commuove il suo nemico numero uno, che lo ha sbattuto fuori dalla Chiesa: l’ormai ex arcivescovo Carlo Maria Viganò, scomunicato nel luglio 2024. Poche ore dopo la diffusione della notizia della scomparsa del Santo Padre, anche Viganò si è buttato sui social per mandare un proprio messaggio.
Non di cordoglio, bensì di rimprovero. «La sua anima non è scomparsa, né si è dissolta: egli dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime», scrive l’arcivescovo probabilmente dall’Eremo di Viterbo dove si è ritirato con i suoi più fedeli seguaci.
In un post pubblicato su X, Carlo Maria Viganò ripropone un passaggio di un’intervista rilasciata da Bergoglio a Eugenio Scalfari nel 2018, in cui si parlava – tra le altre cose – dell’Aldilà. «Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici», diceva Papa Francesco. Un’interpretazione evidentemente non condivisa da Viganò, che accusa il Pontefice ormai defunto di «farneticamenti ereticali». Secondo l’arcivescovo scomunicato, Bergoglio è diretto verso l’inferno e ci sono altri cardinali che lo seguiranno prossimamente. «Ma se questo non-papa e anti-papa non potrà più nuocere al Corpo Mistico, nondimeno rimangono i suoi eredi, gli eversori che egli ha invalidamente creato “cardinali” e che da tempo si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato», scrive ancora Viganò nel vendichevole post pubblicato sui social.
Nel 2018, Eugenio Scalfari riferì le parole che Bergoglio gli avrebbe confidato a proposito della sua visione dell’Aldilà:
“Le anime peccatrici non vengono punite: quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle… pic.twitter.com/H4TMhWUuID
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) April 21, 2025
Ma da dove nasce tutto questo astio nei confronti di Papa Francesco? Ordinato vescovo nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II, Carlo Maria Viganò è stato segretario del Governatorato dello Stato Vaticano e poi nunzio apostolico negli Stati Uniti. Nel 2018 rese pubblica una clamorosa lettera inviata a Papa Francesco, accusandolo di aver coperto gli abusi sessuali del cardinale Theodore McCarrick (accusa che poi fu rivolta dalla Santa Sede allo stesso Viganò) e descrivendolo come una sorta di Papa-Anticristo che agiva in concerto con la massoneria mondiale. Viganò è stato un paladino dei no-vax durante la pandemia, sostenendo la tesi del «Grande Reset» sostenuta dalla destra QAnon americana.
Questo il testo completo del pensiero di Voganò
Nel 2018, Eugenio Scalfari riferì le parole che Bergoglio gli avrebbe confidato a proposito della sua visione dell’Aldilà: “Le anime peccatrici non vengono punite: quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici”. Questi farneticamenti ereticali si oppongono direttamente alla Fede cattolica, la quale ci insegna che esiste per tutti un Giudizio particolare, cui Bergoglio non ha potuto sottrarsi. La sua anima non è dunque scomparsa, né si è dissolta: egli dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime. Ma se questo non-papa e anti-papa non potrà più nuocere al Corpo Mistico, nondimeno rimangono i suoi eredi, gli eversori che egli ha invalidamente creato “cardinali” e che da tempo si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato. A dar loro manforte, accorrono i Cardinali e i Vescovi conservatori che si sono ben guardati dal mettere in discussione la legittimità di Jorge Bergoglio. È su costoro che grava la maggiore responsabilità per gli esiti del prossimo “conclave”.